Debuttava 40 anni fa Macintosh, la rivoluzione tecnologica della Apple
Un mondo distopico, grigio. File di persone che marciano all’interno di un corridoio molto stretto, fiancheggiato da molteplici schermi su cui viene replicato il volto di un uomo, di un dittatore. Le sue parole sono scandite da un suono cupo e ripetitivo: «La nostra Unificazione dei Pensieri è un’arma più potente di qualsiasi flotta o esercito sulla terra. Siamo un solo popolo, con una sola volontà, una sola determinazione, una sola causa».
Ed ecco all’improvviso lei, una donna vigorosa che corre, inseguita da un manipolo di guardie, stringendo tra le mani un martello. Lo stesso che lancerà contro un mega schermo su cui domina il viso di quell’uomo, quel dittatore: il Grande Fratello. Un gesto, potente e reazionario, che rappresenta un grandioso momento di rottura tra presente e passato. Perché il mondo dei personal computer, dopo quel momento, non sarà più lo stesso.
Era il 22 gennaio 1984, la data storica in cui Apple presentò al mondo il suo primo Macintosh, grazie all’iconico spot diretto dal regista Ridley Scott intitolato “1984”. Con Macintosh, Apple scardina finalmente un’ideologia: il lancio del martello dell’atleta contro il volto superbo del Grande Fratello è una metafora impavida, attraverso cui l’azienda si afferma con l’intenzione di combattere un certo tipo di conformismo tecnologico persistente fino a quel momento; ma, al tempo stesso, si dichiara tanto originale quanto accessibile. La semplicità: fu questa la chiave che permise ad un allora giovanissimo Steve Jobs di dare vita ad uno dei prodotti più amati e popolari tra gli utenti fino ai giorni nostri. Una filosofia, quella di Macintosh, che si è poi estesa a tutta la linea successiva della famiglia Mac, dall’iMac al MacBook Air passando per il Mac mini e persino su iPhone e iPad. La grande innovazione di Macintosh risiede, infatti, nell’aver permesso anche a coloro che sono meno esperti nell’utilizzo del personal computer, di fruirne in modo molto semplice e intuitivo. Questo è stato possibile solo at-traverso l’ideazione di un’interfaccia grafica – fino ad allora, per effettuare una qualsiasi attività al PC, era necessario digitare righe di comando – e grazie all’introduzione del mouse. Saranno proprio questo innovativo sistema operativo – reso ancora più chiaro dall’uso di icone facili da capire come il cestino, la scrivania o le finestre – così come il mouse, che permette all’utente di interagire con quella interfaccia, a rappresentare da allora in poi uno standard importante per la diffusione dei personal computer nelle case di tutti. Non solo: Macintosh è diventato presto uno status symbol grazie anche al suo design compatto ed elegante, un aspetto che caratterizzerà tutti i prodotti successivi dell’azienda di Cupertino.
Sono trascorsi 40 anni da allora; eppure il Macintosh, così come il suo spot “1984”, sono ancora oggi un esempio di comunicazione e prodotto tecnologico molto potenti. Il codino dello spot recitava: «Il 24 gennaio la Apple Computer introdurrà il Macintosh. E vedrete perché il 1984 non sarà come “1984” (di George Orwell)». La frattura con la rigidità e la monotonia del passato era iniziata. Una nuova era tecnologica e rivoluzionaria stava per cominciare. E quel percorso, da allora, è durato già 40 anni.
di Fabrizia Malgieri
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