Settimana bianca sostenibile: cinque consigli per evitare la scomparsa della neve

09 Febbraio 2024 05:00

 

Foto di famiglie felici sulla neve, bambini sorridenti avvolti in sciarpe e cuffie pesanti e paesini di montagna con tetti imbiancati. Le immagini che raccontano la stagione turistica invernale evocano un mondo incantato che, per la verità, già da qualche anno appare un po’ sbiadito. L’ultimo monitoraggio di Fondazione Cima ha registrato un deficit di neve del 39% in media sul territorio italiano e del 26% sulle Alpi.
La causa si intuisce uscendo di casa: fa troppo caldo. Lo zero termico si mantiene su valori quasi estivi e durante l’ultimo weekend di gennaio il termometro ha oscillato tra i 9 e i 14 gradi anche lungo le regioni alpine. Nel report Nevediversa 2023, Legambiente conferma i timori: il 90% delle piste da sci è dipendente dall’innevamento artificiale.
Gli esperti parlano di “siccità di neve”, un fenomeno che, secondo uno studio pubblicato nel 2020 su Pnas, è in aumento per frequenza, intensità e durata.
Ma il vero allarme arriva da una ricerca apparsa sulla rivista Nature Climate Change, che dà per spacciate il 100% delle stazioni sciistiche italiane, se non riusciremo a contenere l’aumento della temperatura globale entro gli 1,5° come previsto dagli Accordi di Parigi. Insomma, se davvero vogliamo continuare a sciare o anche solo a vedere la neve sulle nostre montagne, dobbiamo impegnarci tutti. Non cambieremo direttamente le politiche ambientali ed economiche, ma possiamo agire su comportamenti di cui, magari, non ci rendiamo nemmeno conto.
Ecco allora cinque consigli per rendere più sostenibile la nostra vacanza.
Scegliamo neve naturale
Oltre i 1.800 metri di quota qualcuna è rimasta. Al di là delle comprensibili questioni economiche, dobbiamo renderci conto che la neve artificiale non è una soluzione, ma parte del problema. Mountain Wilderness ha calcolato che per mantenere in funzione una pista da 1 ettaro con un manto spesso almeno 30 centimetri si spreca una quantità d’acqua pari ai consumi annuali di una città da 1,5 milioni di abitanti.
Non solo. Gli sparaneve bruciano energia: ne servono circa 600 GWh per ricoprire tutte piste delle Alpi. E tutto di aggrava con l’aumento delle temperature.
Proviamo attività diverse
Tra tutti gli sport che possiamo praticare in montagna durante l’inverno, la tradizionale discesa con gli sci è probabilmente il più impattante.
Meglio allora dedicarsi in qualche occasione anche ad altre attività, come passeggiate con ciaspole o ramponi lungo sentieri innevati naturalmente, oppure lo sci di fondo, che non richiede l’impiego di impianti di risalita.
Fonti rinnovabili
Alcuni comprensori lungo le nostre montagne stanno cercando di sfruttare il più possibile l’energia pulita derivante da fonti rinnovabili, come pannelli solari o pale eoliche.
E chissà che non possano decollare le comunità energetiche.
Usiamo i mezzi pubblici
Diverse strutture mettono a disposizione servizi di skibus per raggiungere le piste. Inoltre, possiamo scegliere località a cui è possibile arrivare in treno. Sono tutte soluzioni che permettono di ridurre l’uso delle auto private.
La pista non è un cestino
Sembra scontato, ma la raccolta differenziata è un’abitudine che possiamo mantenere anche in vacanza. Un esempio tra tanti, i mozziconi di sigaretta. Ogni anno ne vengono dispersi nell’ambiente 14 miliardi: ciascuno di questi impiega una decina d’anni per degradarsi e nel mentre sprigiona circa 4mila sostanze inquinanti e cancerogene. Un problema risolvibile con un gesto semplicissimo.

[email protected]

© Copyright 2024 Editoriale Libertà