Salma combatte i pregiudizi sul tatami: il velo è il suo scudo e il sogno è la parità

09 Febbraio 2024 15:36

Sul tatami c’è una combattente con un sogno: vuole un mondo senza pregiudizi, che non la giudichi solo per il velo che porta. Di origine marocchina ma piacentina d’adozione, Salma Bentalha è da poco diventata maggiorenne, ma sa già cosa vuole dal proprio futuro.

Com’è iniziato l’amore per il taekwondo – Figlia di papà karateka, la giovane Salma ha le arti marziali nel sangue, ma è attraverso alcune ricerche online che si avvicina al taekwondo.  Nonostante alcuni timori iniziali dovuti alla paura per il giudizio del suo velo, ha voluto subito intraprendere la strada sul tatami.   
“Quando sono arrivata ero l’unica straniera. Ero convinta che avrei ricevuto gli stessi giudizi a cui sono stata abituata” ha spiegato Salma riferendosi al primo approccio con il gruppo dello Csak, trovando invece la sua “oasi di pace”.  

Le esperienze sul tatami – Il taekwondo è una disciplina molto inclusiva, infatti l’allenatore Valerio Aliberti è il primo a farle domande sulla sua religione. Per il Corano non è previsto il contatto fisico con altri uomini, così coach Aliberti si incarica di avvertire l’allenatore avversario prima di ogni combattimento, evitando in questo modo la stretta di mano iniziale, sostituendola con un più elegante inchino.
Salma è sorridente mentre spiega la sua realtà, quella che vuole diffondere nel mondo. Ambizioni grandi, ma necessarie; infatti, nonostante non siano mai capitate discriminazioni da parte delle avversarie, lo stesso non si può dire per chi osserva al di fuori del tatami.
Commenti spiacevoli dagli spalti e sui post della pagina social di Csak sono la riprova dell’odio delle persone.
Ho reagito come la filosofia del taekwondo mi ha insegnato: non rispondere mai all’odio con altro odio”, reagisce la giovane taekwondista mentre spiega il suo grande sogno: diventare una lottatrice professionista e mostrare a tutti che il suo valore non è minore rispetto a quello di un’altra persona solo per la sua  volontà di portare il velo.
Quello stesso velo ora è il simbolo della sua rivoluzione: l’emblema di una scelta compiuta in autonomia a soli 11 anni e che ora rappresenta la promessa a se stessa e tutte le ragazze musulmane. Salma vuole mostrare che non ci sono limiti nè differenze. Solamente parità. 

 

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