Festival di Sanremo tra vincitori e vinti e i flop diventati delle hit
Mancano poche ore alla serata conclusiva del Festival di Sanremo e alla proclamazione della canzone vincitrice della kermesse musicale più importante d’Italia. Nonostante sia la sala stampa sia radio e televoto abbiano già selezionato una primissima rosa di possibili vincitori, c’è grande attesa attorno a chi sarà il vincitore o la vincitrice del Festival della canzone italiana.
Ma la vittoria sul palco dell’Ariston, si sa, non è sempre sinonimo di successo discografico – e al contempo, anche chi magari non ha brillato durante la manifestazione, addirittura posizionandosi negli ultimi posti nella classifica della serata finale, si è ritrovato tra le mani un risultato inatteso, sorprendente, arrivando a diventare persino una hit.
La storia di Sanremo è davvero piena di casi di veri e propri flop che, successivamente, si sono affermati come canzoni facenti parte del tessuto identitario nazionale, raggiungendo – in alcuni casi estremi – persino il successo internazionale.
Andando indietro nel tempo, si pensi a “Il ragazzo della via Gluck”, brano presentato a Sanremo del 1966 (XVI edizione) da Adriano Celentano, in coppia con il Trio del Clan. La storia dietro la partecipazione della canzone al Festival è ancor più affascinante: “Il ragazzo della via Gluck” ottenne così poco successo da parte del pubblico al punto che la canzone venne esclusa dalla kermesse già dopo la prima serata. Tuttavia, nonostante un esordio poco brillante, quel flop si trasformò presto in successo importante, posizionandosi al decimo posto come disco più venduto in quello stesso anno, oltre a diventare anche una delle canzoni più iconiche de “Il Molleggiato”.
Chi l’avrebbe mai detto che una canzone così famosa e transgenerazionale come “Una vita spericolata” di Vasco Rossi, tra le più significative del cantautore rock italiano, potesse piazzarsi addirittura in penultima posizione al Festival di Sanremo. Correva l’anno 1983, e il “Blasco” nazionale era agli esordi del suo successo: appena l’anno prima aveva concorso al Festival con “Vado al massimo”, generando attorno a sé scalpore dopo un gesto considerato controverso e provocatorio (dopo l’esibizione, si era infilato in tasca il microfono, ma il filo corto del dispositivo si sfilò cadendo sul palco, generando un boato in teatro). Non è mai stato chiaro se il posizionamento in classifica così negativo fosse dipeso dall’atto ritenuto (in modo equivoco) di protesta del rocker di Zocca, eppure “Vita spericolata” non riuscì a sfondare al Festival, la cui vincita spettò a “Sarà quel che sarà” di Tiziana Rivale. La “vittoria” popolare arrivò solo successivamente, diventando l’inno di generazioni di fan (e no) del Blasco, oltre ad essere reinterpretata da diversi artisti italiani come Francesco De Gregori e Massimo Ranieri.
Altra hit di grande popolarità in Italia è “Un’avventura” di Lucio Battisti, quest’ultimo al suo esordio da interprete alla 19sima edizione del Festival di Sanremo. Il brano venne presentato sul palco del Casinò di Sanremo nel 1969 (location che ospitava le edizioni della kermesse prima del Teatro Ariston) in coppia con Wilson Pickett, ma tuttavia non convinse la giuria al punto da piazzarsi solo al nono posto in classifica. Nonostante l’insuccesso, “Un’avventura” è considerata una delle canzoni d’amore italiane più famose della musica leggera. Parlando di brani più recenti, è interessante il caso di “Mentre tutto scorre” dei Negramaro, presentato nel 2005 alla 55sima edizione del Festival di Sanremo.
La canzone, che successivamente divenne disco di platino e ottenne il prestigioso premio Nastro d’argento come miglior brano per il film “La febbre” di Fabio Volo nel 2006, venne eliminata alla terza serata di quell’edizione, condotta da Paolo Bonolis.
Non possiamo chiudere questo breve excursus dei flop diventati successi del Festival di Sanremo senza menzionare il caso di “Almeno tu nell’universo”. L’intenso brano interpretato da Mia Martini, diventata una delle hit simbolo della cantante calabrese, si posizionò solo al nono posto al Festival di Sanremo del 1989. Tuttavia, la canzone ebbe comunque un importante riconoscimento, ottenendo il Premio della Critica, che dal 1996 intitolato a nome di Mia Martini a seguito della sua prematura scomparsa.
di Fabrizia Malgieri
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