Seconda edizione del Festival del pensare contemporaneo affidata a Fondazione Teatri

22 Febbraio 2024 16:23

E’ stata affidata alla Fondazione Teatri di Piacenza l’organizzazione della seconda edizione del Festival del Pensare contemporaneo. Una scelta che cade in occasione dei 220 anni del Teatro Municipale di Piacenza e che vede assegnare un ruolo di primo piano, anche in ottica di promozione turistica, a quello che, secondo l’amministrazione comunale “è lo strumento per eccellenza deputato a promuovere la cultura, il pensare, la bellezza”.

L’accordo è stato approvato all’unanimità giovedì 22 febbraio dalla giunta di palazzo Mercanti, insieme alle modifiche statutarie del Comitato “Progetto Festival del Pensare contemporaneo” che rimarrà il soggetto promotore dei contenuti scientifici e strategici del Festival e interloquirà con il soggetto organizzatore Fondazione Teatri.
Il contributo economico del Comune previsto nell’accordo avrà un importo massimo di 30mila euro già previsti nel Bilancio di previsione 2024-2026 al capitolo “Contributi Sistema Cultura Piacenza”.

Il festival si pone l’obiettivo di stimolare il dibattito, la riflessione, la conoscenza e di “ispirare le generazioni più giovani, ritenendole la risorsa fondamentale per la costruzione di un futuro più sostenibile e consapevole”. Queste le parole del vicesindaco Marco Perini e del presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano, Roberto Reggi, nella lettera con la quale hanno sottolineato l’intenzione di legare il “nome” della stessa Fondazione Teatri all’organizzazione del Festival come “importante tassello nella promozione turistico-culturale di questa nostra splendida città”.

“Questa futura collaborazione – scrive la direttrice della Fondazione Teatri, Cristina Ferrari, esprimendo riconoscenza e soddisfazione – ci permette anche di raggiungere alcuni obiettivi suggeriti dal Ministero della Cultura riguardo all’attenzione alle giovani generazioni, al dialogo tra le diverse discipline artistiche e ai linguaggi della contemporaneità, caratteristiche già ampiamente espresse nella prima edizione del Festival”.

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