Se oggi volete giocare a Spec Ops: The Line non perdete tempo
In uno dei primi articoli pubblicati su questa rubrica avevo parlato di un videogioco molto importante, per la storia del medium: Spec Ops: The Line (2012) di Yager Development. Un videogioco fortemente legato a Cuore di Tenebra (Heart of Darkness), l’opera di Joseph Conrad che aveva anche ispirato il film Apocalypse Now (1979) di Francis Ford Coppola. Spec Ops: The Line è un videogioco in apparenza semplice: sembra il classico sparatutto con degli eroici soldati statunitensi che combattono i terroristi. Poi, fedele alle sue origini letterarie, rivela una grande complessità, distrugge quel modello eroico e mostra al giocatore una progressiva discesa nel “cuore di tenebra” dentro all’anima delle persone. La “linea” del titolo è quella che, se viene superata, impedisce di poter fare ritorno alla civiltà.
È un videogioco che tantissime persone hanno consigliato, per ragioni differenti, nel corso degli anni. Una volta mi capitò anche di utilizzarlo per una piccola attività laboratoriale in un contesto educativo.
Il problema è che, al giorno d’oggi, Spec Ops: The Line non è più acquistabile. O meglio: restano ancora a disposizione le copie fisiche rimaste nei magazzini di Amazon e di altre catene, così come è possibile acquistarne una key (un codice per attivare il videogioco su Steam, il principale store online per pc) su quei siti che le rivendono. Ma è qualcosa che andrà avanti solo «fino a esaurimento scorte».
Una volta terminate le copie fisiche e le keys, solo chi avrà acquistato in passato Spec Ops: The Line potrà continuare a giocarci. All’inizio, alcuni avevano pensato a una mossa commerciale da parte di Yager Development o del publisher: togliere il prodotto dai negozi per riportare l’attenzione sul loro gioco e lanciarne un remake. Tuttavia, come è poi emerso da un comunicato del team, le cose non stanno così. Non è una strategia commerciale, semplicemente, il loro videogioco non può essere più acquistato.
Non si tratta di un caso isolato. È qualcosa che, purtroppo, avviene con grande frequenza e per ragioni differenti. A volte si tratta di videogiochi solo multiplayer che scompaiono una volta chiusi i server (che hanno ovviamente un costo, per cui le software house non hanno interesse nel mantenerli aperti all’infinito). A volte sono giochi presenti solo su uno specifico negozio online, che scompaiono quando quello store viene chiuso. Nel caso di Spec Ops: The Line sembra esserci invece un problema di licenze. Il gioco contiene diversi brani musicali di cantanti famosi. In casi del genere, un accordo di licenza ha generalmente un periodo di tempo stabilito nel contratto. Una volta concluso quel periodo, quel contenuto musicale non è più utilizzabile. Bisognerebbe rinnovare l’accordo, ma è un’operazione costosa. Altri team, in situazioni analoghe, lo hanno fatto. Evidentemente Yager Development ha fatto le sue valutazioni interne e ha ritenuto che, commercialmente, non ne valeva la pena.
Tutto ciò ricorda che, tristemente, i videogiochi sono trattati solo come prodotti di consumo e non come opere d’arte, mentre sono entrambe le cose. Soprattutto davanti a un caso come Spec Ops: The Line, che è stato un passaggio importante nella maturazione del medium e che ha ispirato un gran numero di analisi e riflessioni. Ma, alla fine, resta purtroppo solo un prodotto di cui fruire entro il tempo stabilito, prima che cada nell’oblio.
di Francesco Toniolo
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