Un ricordo di Francesco Cassandro al Ferro Fini
18 Marzo 2024 14:13
Giornalista poliedrico e attento, capace di interpretare le mille sfaccettature di una notizia e di una persona, un vero professionista, mai autoreferenziale, maestro nella penna e nel saper coniare messaggi che fanno presa. Così gli amici di Francesco Cassandro, guidati da Clodovaldo Ruffato, già presidente del Consiglio regionale del Veneto, hanno ricordato nella sala stampa di palazzo Ferro Fini il giornalista dell’Alta Padovana, scomparso prematuramente l’11 febbraio scorso, a 71 anni. Amico e ghostwriter di Ruffato nel quinquennio della sua presidenza consiliare, Cassandro ha lasciato il segno nelle stanze del Ferro Fini per la sua discrezione, la sua professionalità, l’autoironìa e la maestria nelle strategie comunicative. “Eravamo amici, compagni di scuola alle medie al Barcon di Thiene, allora seminario minore della diocesi di Padova – ha ricordato Ruffato – Ci siamo ritrovati nelle file del movimento giovanile della Democrazia Cristiana e poi a condividere l’avventura di staff in tante campagne elettorali, dalle politiche del 1992 alle europee del 2014, quando Francesco coniò il fortunato slogan “Europa sì ma non così” ancora utilizzato nelle proteste del mondo agricolo di queste settimane. Francesco Cassandro aveva la sensibilità innata di valorizzare al meglio le caratteristiche della persona candidata e la capacità di tradurne con immediatezza idee e pensieri. Potei definirlo la mia ’intelligenza artificiale’, ma con un importante surplus di anima e di cuore”.
Alla presenza del figlio Alberto si sono alternate le testimonianze, appassionate e commosse sull’uomo, sull’amico e sul giornalista, moderate da Walter Gatti, già capoufficio stampa in Consiglio regionale del Veneto. Tiziano Graziottin, giornalista del Gazzettino, ha ricostruito la carriera professionale di Cassandro, da corrispondente dell’Eco di Padova negli anni ’70 a cronista del Gazzettino, collaboratore del settimanale la Difesa del Popolo, presidente dell’Associazione stampa padovana e poi ufficio stampa del Comune e della Provincia di Padova nei primi anni Duemila. “Giornalista a tutto tondo, ha saputo interpretare con uno stile originale e posato la rivoluzione politica di Tangentopoli e della crisi della prima Repubblica di quegli anni. Nel Gazzettino avrebbe avuto una carriera brillante, ma ha preferito fare altre scelte professionali”, ha ricordato Graziottin. “Ha avuto la lealtà, l’intelligenza, la cura e la modestia del vero uomo di staff”, ha evidenziato il politologo Paolo Feltrin, tratteggiando le caratteristiche dell’apporto di Cassandro all’affermazione e all’operato dei politici che ha affiancato. Ad illuminare il lato privato dello scrittore è stata Roberta Nesto, avvocato e sindaco di Cavallino Treporti, protagonista dell’ultimo libro scritto da Cassandro pochi mesi fa “In scienza e conoscenza”: “Francesco aveva una qualità, sapeva guardare le persone negli occhi e far loro scoprire aspetti di sé inediti. Quel libro-intervista è nato quasi per caso ed è diventato un lavoro a quattro mani. Ha saputo valorizzare al meglio le storie di vita della mia professione di avvocato e farle diventare pagine vissute utili ai lettori”. “Dotato di un sottile senso dell’humor, tra il malizioso e il divertente, capace di prendere la vita con garbo”, ha rievocato Vittorio Casarin, già consigliere regionale e presidente della Provincia di Padova. Maestro nell’interpretare il pensiero altrui, Cassandro era persona ricca di umanità e di fede, ha aggiunto Renzo Barutta, già consigliere comunale a Vigonza. Persona di grande discrezione e simpatia – ha sintetizzato il segretario generale del Consiglio veneto Roberto Valente – “con una presenza apparentemente impercettibile ha saputo essere un sapiente interprete della politica”.
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