The Diofield Chronicle: gdr strategico d’altri tempi ma interessante
Di Andrea Peroni 02 Settembre 2022 04:09
Nel marasma dei giochi di spicco, si nascondono parecchie produzioni che non riescono a ottenere il giusto apprezzamento. The Diofield Chronicle, nuova proprietà intellettuali di una Square Enix che vuole fortemente tornare a concentrarsi sui giochi giapponesi, potrebbe essere una di queste.
Grazie alla demo disponibile attualmente su console e computer, è stato possibile dare uno sguardo al curioso nuovo videogioco sviluppato da Square Enix e Lancarse, un gdr strategico dallo stile vario, perlomeno visivamente, con un gameplay dagli elementi molto classici ma amalgamati in maniera abbastanza interessante, almeno da queste prime sessioni di gioco. Ambientato nella leggendaria isola che da il nome al gioco, The Diofield Chronicle narra di una lunga guerra tra due reami, il tutto dal punto di vista di un gruppo di mercenari.
La narrazione, a dire il vero l’elemento meno coinvolgente di tutta la demo causa situazioni già viste e protagonisti che non emergono, viene proposta attraverso curiosi intermezzi di vario genere: si va da tipiche cutscene con il motore di gioco, a rappresentazioni delle battaglie come se ci trovassimo di fronte a un gioco da tavolo, fino a splendidi sfondi e personaggi bidimensionali che sembrano usciti da un mondo fatto ad acquerelli. Molto curiose invece le sezioni dei combattimenti, messi in scena come se l’intero scontro fosse rappresentato su diorami che cantano la storia di Fredret, Izelair e Andrias, mercenari delle cronache di Diofield.
L’intero gioco non sembra certo brillare per il comparto tecnico, abbastanza antiquato, ma il sistema di gestione dei combattimenti potrebbe regalare qualche soddisfazione agli amanti delle avventure classiche. È bene ricordare che quella messa a disposizione da Square Enix è una semplice demo, un limitante tutorial che deve solamente introdurre il giocatore alle dinamiche del gioco nella sua interezza, ma l’impianto appare solido. Strutturato come gioco di ruolo strategico con dinamiche che rinnovano la formula (gli sviluppatori parlano di Real Time Tactical Battle), in The Diofield Chronicle il giocatore comanda la sua squadra di mercenari, ai quali si uniranno altri personaggi nel corso dell’avventura, in scenari con visuale isometrica e combattimenti in tempo reale, i quali non vengono però vissuti in prima persona.
Compito del giocatore è infatti quello di scegliere dove si andranno a posizionare i mercenari, quale strada intraprendere per evitare scontri inutili o raccogliere preziose risorse, e soprattutto gestire al meglio i poteri e le abilità speciali dei personaggi. Entrando nel campo visivo di un nemico, lo scontro partirà automaticamente, ma tocca all’utente leggere la battaglia e capire quale attacco ordinare ai prodi guerrieri: producendo un ibrido tra combattimento a turni e in tempo reale, mentre i compagni attaccano normalmente il giocatore può scegliere di sfruttare una delle abilità peculiari di ogni mercenario, che vanno da fendenti più forti del normale ad attacchi ad area che possono danneggiare anche più di un soldato nemico.
Oltre al periodo di cooldown per le abilità, di particolare rilievo è anche la Tp Gauge, barra che viene ricaricata vincendo gli scontri e che permette di utilizzare le Magilumic Orbs in battaglia. Si tratta di attacchi molto potenti, vista la loro rarità, che includono ad esempio l’evocazione del potentissimo drago Bahamut il quale produce un attacco fulmineo e rapido capace di non lasciare scampo al nemico.
Non mancano poi infiniti alberi delle abilità, negozi di oggetti per migliorare il proprio arsenale e tante missioni secondarie, oltre ad altre dinamiche come la possibilità di assegnare un aiutante a ogni mercenario che interviene in battaglia utilizzando l’apposita abilità.
A discapito di un aspetto un po’ grezzo, che tutto si può dire tranne che sfrutti il potenziale degli hardware di ultima generazione (il gioco uscirà su PlayStation 4 e 5, Xbox One e Series X, PC e Switch), The Diofield Chronicle ha quanto basta per catturare l’attenzione di chi ama i puri gdr ricchi di profondità. Si spera, ovviamente, che le stesse belle parole dette per il combat system possano estendersi anche alla storia, fin qui punto debole vista l’assenza di originalità e pathos.
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