Hogwarts Legacy, un lancio record tra stupore, antisemitismo e transfobia
Di Andrea Peroni 20 Febbraio 2023 04:55
Come sono stati questi primi giorni insieme a Hogwarts Legacy? C’è chi dice ottimi, per altri invece semplicemente normali, mentre altri ancora sono rimasti coinvolti in prima persona in un’operazione di boicottaggio atta a demolire l’ultima produzione di Avalanche e Warner Bros Games. Operazione riuscita? No, ma la discussione resta accesa.
Hogwarts Legacy è forse lontano da quel capolavoro che molti si aspettavano, ma rappresenta un inequivocabile omaggio a uno dei più amati franchise di tutti i tempi, quello di Harry Potter, che ancora oggi conta decine se non addirittura centinaia di milioni di fan in tutto il mondo. Ma come dimostra la storia, non sempre avere sulla copertina del tuo gioco un grande marchio significa entrate sicure (Marvel’s Avengers di Square Enix è il caso perfetto), e le esorbitanti vendite di Hogwarts Legacy parlano chiaro: il gioco non è solo “il gdr di Harry Potter”, ma racchiude un’anima fatta di amore e rispetto per tutti coloro che portano nel cuore le avventure del maghetto con gli occhiali.
L’ultima produzione di Avalanche, che per la prima volta si cimenta in un gioco dalla portata mastodontica dopo essersi sempre dedicata a tie-in come Cars e Disney Infinity, non raggiunge la profondità di un Elden Ring, ed è privo di un sistema di reputazione come Mass Effect, tanto per dirne uno.
Nonostante questo, Hogwarts Legacy, sebbene superato nel concept di open world che mantiene, appare come un videogioco magico oltre ogni immaginazione, frutto non solo della presenza degli incantesimi e dei nomi che tutti i fan del Wizarding World conoscono a menadito, ma anche per l’incredibile qualità che permea da ogni singolo corridoio, aula e sotterraneo di Hogwarts. Il castello in particolare è un vero e proprio gioiellino di design che spinge i giocatori a scoprire ogni singolo segreto, passando da quest secondarie agli infiniti collezionabili e luoghi da visitare che includono le Prove di Merlino, le pagine della guida di Hogwarts, il villaggio di Hogsmeade e molto, molto, molto altro ancora.
E poi, e poi, e poi, ecco le questioni politiche, sociali, le discussioni che hanno invaso Hogwarts Legacy sin da prima della sua uscita, e che in larga parte esulano completamente da quella che è la sostanza del gioco. Addirittura, il popolo del web ha assistito a un paradosso forse senza precedenti: da una parte c’è chi accusa Hogwarts Legacy di essere l’ormai solito prodotto ricco di politically correct, che in tanti, forse troppi, trovano ridondante – si ringrazia soprattutto Netflix per questo; dall’altra, c’è chi ritiene che questo titolo, semplicemente, non vada acquistato. E il motivo è sostanzialmente solo uno, ha un nome, un volto e un gran bel conto in banca: Joanne Rowling, meglio conosciuta come JK Rowling.
L’autrice e sceneggiatrice britannica è finita nell’occhio del ciclone nel 2020, quando un suo controverso tweet scatenò accesi dibattiti e discussioni su Rowling. Da quel momento in poi, la scrittrice è entrata nel mirino della comunità LGBTQ per le sue posizioni transfobiche, con utenti e associazioni di tutto il mondo pronti a una durissima presa di posizione e un boicottaggio generale del Wizarding World che è proseguito, e prosegue tuttora, proprio con Hogwarts Legacy.
Sebbene Avalanche abbia ribadito in più occasioni che JK Rowling non è stata minimamente coinvolta nello sviluppo del gioco, con il team americano che ha potuto godere di una libertà creativa pressoché totale pur restando all’interno di un già ricco universo narrativo da raccontare, Hogwarts Legacy è stato comunque investito dall’orda di detrattori e discussioni in larga parte a senso unico, con interi movimenti nati esclusivamente per boicottare il gioco arrivando anche ad atti vili.
Sì perché questo boicottaggio non si è limitato al non acquisto del titolo da parte di tutti coloro che hanno apertamente deciso di combattere tutto ciò che Rowling era e rappresenta oggi, ma si è spinto ben oltre. Tra i detrattori, c’è chi ha pensato bene di movimentare masse di hater verso streamer e content creator con l’intenzione di farli bannare da Twitch e altri social; c’è chi ha acquistato il gioco solo per fare spoiler su internet, paradossale decisione di quanto questa lotta, sicuramente giusta per alcuni, possa fare male nel suo tentativo di fare bene; c’è anche chi ha tirato in ballo antiche polemiche per screditare Hogwarts Legacy, come il sentimento di antisemitismo che, secondo una certa corrente interpretativa, permea nel Wizarding World.
La discussione su questi temi non deve essere vista come una lotta contro mulini a vento, à la Don Chisciotte, ma troppo spesso i diretti interessati finiscono nel torto. Lampante è la pessima gestione di Wired, testata americana che ha deliberatamente scelto di far passare un articolo che attacca direttamente JK Rowling come una recensione di Hogwarts Legacy, dipinto, nelle poche righe lasciate alla vera analisi del gioco, come una produzione insufficiente sotto ogni punto di vista. Il famoso 1 su 10, voto che ha fatto tanto discutere ma che, a conti fatti, non può essere preso seriamente, se si parla del prodotto. Una caduta di stile che più che spiegare le motivazioni e le emozioni della giornalista coinvolta, fortemente colpita dalle parole dell’autrice di Harry Potter, non ha fatto altro che rendere ancor più marcato il divario tra i due schieramenti, riportando se non altro di moda un tema di forte interesse, specie nel periodo dove la cancel culture è un tema dominante: fino a che punto è giusto separare opera e autore?
Nel mezzo di tutto ciò, come sempre, resta il pubblico di massa, che ha premiato il gioco in ogni dove. Secondo i primi dati di vendita, Hogwarts Legacy in Europa ha avuto il più grande lancio dai tempi di Red Dead Redemption 2, il western di Rockstar Games del 2018, tralasciando casi speciali come Fifa e Call of Duty che da sempre sono franchise a parte. Il confronto iniziale con Elden Ring, il game of the year dello scorso anno, parla in questo momento di un netto vantaggio a favore di Hogwarts Legacy, già candidato a fenomeno assoluto del 2023.
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