Tron Identity: c’è un crimine da risolvere, nella rete di Disney
Di Andrea Peroni 15 Aprile 2023 03:57
Difficile resistere al fascino di Tron, il franchise fantascientifico di casa Disney inaugurato negli anni ‘80 purtroppo mai davvero capace di imporsi come un grande nome, se non tra la solida fanbase che ne ha fatto un cult. Dopo un tentativo di rilancio nel 2010 con (oltre che serie animate e videogiochi) Tron: Legacy, da rivedere anche solo per l’esplosiva colonna sonora dei Daft Punk, la casa di Topolino ci sta riprovando proprio in questo momento con un terzo film che avrà Jared Leto come protagonista, e una serie di nuove attrazioni per i suoi parchi divertimento. Ma non è ancora finita.
L’11 aprile è arrivato su Switch e Pc Tron: Identity, nuovissima produzione di Bithell Games che è allo stesso tempo familiare e inedito. Familiare perché riprende l’immaginario, soprattutto visivo e concettuale, di quello che è sempre stato Tron, un franchise cioè fatto di tecnologia e ambientato all’interno della stessa tecnologia; inedito perché, sia nella sua fruizione (un romanzo visivo, che non piacerà a tutti come proposta) che nella sua storia, con personaggi nuovi di zecca che popolano una nuova rete nella quale il crimine non manca.
Recuperando gli stilemi artistici del secondo capitolo cinematografico, in Tron: Identity i giocatori vestono i panni di Query, un programma investigativo assunto dal potente Prinz per far luce su un mistero irrisolto che si aggira tra le strade oscure della rete. Il Repository è stato infatti coinvolto in un’esplosione, ma questa sarà solo una delle tante problematiche che si annidano in questo mondo digitale fin troppo simile al nostro.
Da lì, Query viene infatti coinvolto in un’indagine lunga e nella quale scovare tutti gli indizi sarà fondamentale per capire chi si celi dietro questi enigmatici attacchi. Tra luci e suoni ben noti ai fan, che rivelano il buon lavoro di immersione svolto da Bithell attingendo interamente all’universo di Tron, l’indagine di Query segue appassionanti tonalità da film giallo, non senza momenti di forte impatto emotivo. Nulla, in Tron: Identity, è da prendere alla leggera. Le decisioni prese da Query, il suo rapporto con gli altri programmi che popolano la rete e le prove raccolte, determinano non solo il prosieguo della storia ma anche il destino degli stessi programmi, talvolta destinati a venir rettificati dietro nostro ordine.
Un buon lavoro di scrittura accompagna le varie run che si susseguono su Identity, la cui rigiocabilità, forte appunto di quel potere decisionale largamente sottolineato, viene aiutata enormemente. Proprio per questo, osservando quanto di buono sia stato fatto, è debilitante pensare che Bithell sia stata costretta a ricorrere a un’avventura grafica dalle interazioni minime, che riguardano appunto i dialoghi e poco di più – si aggiungono al pacchetto alcuni simpatici puzzle da risolvere per analizzare i dischi degli altri programmi. Con tutta la cura che è stata riservata alla storia da raccontare, riuscire a immergere i giocatori anche solo per poche ore, con sentieri lineari, in un mondo perfettamente tridimensionale, limpido e splendido come quello di Tron, avrebbe aiutato non poco a far riemergere questo franchise dimenticato.
In quel caso, ovviamente, il progetto avrebbe assunto proporzioni molto più imponenti, oltre a un prezzo chiaramente più alto dei 14,99 euro oggi richiesti. Se non altro, si può sperare che un riuscito esperimento come Identity, fortunatamente localizzato anche nella nostra lingua, possa raccogliere nuovi seguaci per il mondo di Tron, in attesa della sua seconda rinascita. Flynn lives.
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