Che ci crediate o no, Barbie è uno dei videogiochi più importanti di sempre
Di Andrea Peroni 16 Maggio 2023 04:09
Da quasi 65 anni sinonimo di bellezza, femminilità e, perché no, femminismo, Barbie è da alcuni giorni anche uno dei videogiochi più importanti di sempre. Suona strano dirlo, ma proprio nell’anno in cui Margot Robbie e Greta Gerwig rilanceranno al cinema l’iconica bambola con il film in arrivo a luglio, l’arte videoludica omaggia il giocattolo di Mattel, inserendolo nella prestigiosa lista delle produzioni più significative nella storia del medium.
Allo Strong National Museum of Play di Rochester, New York, è ospitata la World Video Game Hall of Fame, una prestigiosa collezione che, dietro consiglio di studiosi, giornalisti ed esperti, seleziona i videogiochi ritenuti significativi per la storia del medium. Dalla sua apertura, avvenuta nel 2015, la Hall of Fame ha accolto alcuni immensi titoli della storia videoludica come The Legend of Zelda: Ocarina of Time, Tetris, Grand Theft Auto III e Super Mario Bros.
Da pochi giorni, l’ente ha ufficializzato i nuovi ingressi nella Hall of Fame del museo, con quattro nuovi nomi che si uniscono a quelli già presenti. Se da un lato viene omaggiato il glorioso passato con Computer Space dl 1971, un precursore dei cabinati coin-op che puntava a emulare gli allora fantascientifici computer da astronauti con un design accattivante, dall’altro i curatori hanno guardato anche a tempi molto più recenti, includendo Wii Sports e The Last of Us. Entrambi non hanno bisogno di presentazioni: il titolo sportivo di Nintendo fu una rivoluzione nel mondo di divertire e coinvolgere amici e famigliari negli sport virtuali; il secondo, mastodontico gioco di Naughty Dog del 2013, è stato recentemente adattato da Hbo nell’acclamata serie tv con Pedro Pascal e Bella Ramsey.
C’è però un quarto nome tra questi nuovi ingressi, che ha suscitato la curiosità di molti. Il museo ha infatti deciso di inserire nella lista degli eletti anche Barbie: Fashion Designer, gioco di Digital Domain lanciato su Pc e Mac nel 1996. Nato da un’idea semplice e geniale, quella cioè di permettere ai giocatori di disegnare e stampare abiti personalizzati per la propria bambola, il gioco si è guadagnato l’onore di sedere al tavolo dei grandi della storia, e sono in tanti a chiedersi il perché.
I criteri di selezione della World Video Game Hall of Fame, come detto, vengono decisi da giornalisti, esperti del settore e consulenti, i quali intendono premiare e preservare quelli che sono stati i più significativi videogiochi di sempre, e non per forza i più riusciti.
La presenza di Barbie: Fashion Designer si spiegaproprio in questa distinzione tra prodotti migliori e titoli invece importanti per la storia del medium. Che ci crediate o no, il dress-up game della bambola di Mattel rientra proprio in quest’ultima categoria, in quanto è stato in grado di sdoganare il videogioco in quanto prodotto destinato al solo pubblico maschile. All’epoca del suo lancio sul mercato, Fashion Designer piazzò ben mezzo milione di copie in appena due mesi, superando mostri sacri come Doom e Quake.
E a ben pensarci, è stato grazie anche a Barbie, e mille altri esempi di visioni un tempo eccessivamente distorte della figura femminile, se oggi assistiamo a un mondo più moderno, aperto alle tecnologie e alle possibilità per chiunque. Una cosa curiosa, se si pensa che una delle produttrici del videogioco del 1996, Jesyca Durchin, raccontava di aver ricevuto molti feedback negativi per l’idea di Barbie: Fashion Designer, in quanto la tecnologia, secondo le credenze dell’epoca, non interessava il pubblico femminile. Quanto si sbagliavano.
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