Palazzo Farnese, in anteprima “Un Raffaello a Piacenza”
22 Marzo 2013 17:22
La Madonna Sistina di Raffaello in carne e ossa, o meglio in tela e colori, non c’è: il capolavoro è rimasto allo Staatliche Kunstsammlungen di Dresda e il museo non intende far uscire l’opera dalle proprie sale, neppure quando a richiederne la presenza, è la patria stessa del quadro. La città dei Farnese ha quindi dovuto rinunciare a ospitare per qualche mese la prestigiosa tela commissionata da Papa Giulio II della Rovere a Raffaello Sanzio proprio per la chiesa di san Sisto a Piacenza, dove l’opera venne collocata subito dopo il termine dell’esecuzione, tra il 1512 e 1513, ma non ha desistito dal celebrare il cinquecentenario della Madonna Sistina con una mostra didattica e documentaristica, dedicata alla genesi, alla storia e al clima culturale che ha accompagnato la tela ai giorni nostri. L’esposizione sarà inaugurata domani mattina ma Antonella Gigli, direttrice dei musei di palazzo Farnese, ci ha accompagnato lungo il percorso per una “visita guidata” in anteprima: “Abbiamo ricostruito le tappe fondamentali della vita del quadro, le fonti che attestano per chi fu realizzata, le lettere che trattano della vendita della tela ad Augusto III e la nascita del “mito” della madonna Sistina alla quale contribuirono tanti scrittori e intellettuali, in particolar modo i romantici, che rimasero stregati dalla rappresentazione”. La mostra procede in senso cronologico: la prima sala è dedicata alla architettura della chiesa di San Sisto, per la quale fu progettata l’opera; procedendo lungo il percorso si arriva alla gigantografia della madonna Sistina circondata dalle stampe delle altre numerose opere di Raffaello e dalle rivisitazioni del capolavoro attraverso lo sguardo dalle avanguardie artistiche, esaustivamente commentati dai pannelli. Tra le curiosita spicca un monitor touch-screen che mette a confronto la madonna Sistina originale con la copia, recentemente restaurata, e custodita sopra l’altare di San Sisto, un video realizzato dal Cineclub di Piacenza direttamente nella galleria di Dresda e il pannello dedicato alle innumerevoli immagini commerciali, che negli ultimi decenni, hanno sfruttato i celeberrimi angioletti del quadro, come testimonial pubblicitari. La mostra rimarrà aperta fino al 9 giugno.
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