Aree militari, ecco quanto costò in passato al Comune acquistare Galleana e Daturi
12 Aprile 2013 15:53
Pertite, ospedale di via Palmerio e non solo. Sono tanti i beni militari al centro del dibattito politico e sociale odierno. Per far capire quanto sia difficile la loro acquisizione, il sindaco Paolo Dosi ha ripercorso le vicende che in passato hanno portato all’acquisizione da parte del Comune di importanti aree, tutte pagate a caro prezzo da Palazzo Mercanti. Si tratta del parco della Galleana, dell’arena Daturi, di una porzione di area dell’ex tiro a segno (retrostante l’attuale poligono) in prossimità dell’argine del fiume Po, dell’area cortilizia dell’ex caserma Cantore sullo Stradone Farnese, di un tratto del vecchio binario ferroviario in via IV Novembre e, in via Millo, delle aree che ospitavano rispettivamente il 3° Centro automobilistico e il Campo ostacoli. “Le procedure di acquisizione di questi beni – ricorda il primo cittadino – furono condotte in base all’articolo 3, comma 113, della Finanziaria del 1997 (legge n. 662/1996), che agli enti territoriali, con priorità per Comuni, Province e Regioni, concedeva di diventare proprietari seguendo due diverse strade: la formula della prelazione o, in alternativa, accordi di programma o permuta”.
La prima opzione fu seguita per il parco della Galleana, la cui superficie di 221.970 metri quadri del parco venne acquistata per un totale di 3 milioni 339mila euro, incluse le imposte e le spese annesse, in due fasi: versamento di un primo acconto di 661 mila alla società Consap, il 25 luglio 2001, per il contratto preliminare di acquisto; saldo e contratto definitivo con il 6° Reparto Infrastrutture militare di Bologna siglato il 14 aprile 2003.
Il campo Daturi, per un’area pari a 31.350 metri quadri, ha comportato l’esborso complessivo (sempre con prelazione) di 1.6 milioni di euro, ripartiti tra l’acconto di 316.897 euro del contratto preliminare sottoscritto per prelazione con Consap il 20 febbraio 2003 e il saldo finale all’Autorità militare bolognese il 14 aprile dello stesso anno. Nelle medesime date, tra versamento dell’acconto e saldo definitivo, è stata siglata la procedura di acquisto per prelazione dei 9.960 metri quadri corrispondenti a parte dell’ex poligono di tiro, per un costo totale di 30.654,50 euro.
Risale invece al 26 ottobre 1999 – con conclusione della seconda e ultima fase con l’Autorità militare di Bologna il 15 marzo 2000 – la firma del contratto preliminare per l’acquisto dell’area cortilizia dell’ex caserma Cantore, dell’ex binario di via IV Novembre e delle due aree di via Millo. In questo caso, la formula adottata è stata quella della permuta, con un conguaglio erogato dal Comune, a favore del ministero della Difesa, per un totale di 294mila euro, somma corrispondente alla differenza tra il prezzo degli immobili militari, pari a 3.6 milioni, e il prezzo dell’immobile comunale costituito da 26 alloggi nel quartiere Besurica, pari a 3.3 milioni.
“Il confronto sulla dismissione e conseguente acquisizione, a beneficio della collettività, delle aree militari presenti sul territorio urbano, sta acquisendo una dimensione sempre più ampia. Mi sembra evidente – commenta il sindaco Paolo Dosi – il segnale positivo di una comunità attenta e partecipe. Spero possano dare un ulteriore, costruttivo contributo al dibattito le informazioni che ripercorrono la storia e i costi dei beni di provenienza del Ministero della Difesa di cui, ad oggi, il Comune di Piacenza è proprietario. Credo che sia importante – chiosa il sindaco – fare chiarezza sulle dinamiche che regolano le relazioni e i passaggi di proprietà tra Autorità militari e Amministrazione comunale: proprio perché si tratta di una questione fondamentale per il futuro della città, è bene che vi sia la massima trasparenza e consapevolezza su tutti i passaggi legati a questo percorso”.
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