“Rifugiato a casa mia”, nuovo progetto di accoglienza della Caritas
20 Giugno 2014 11:09
“Rifugiato a casa mia” è un progetto nato nel Comune di Torino: consiste nell’accogliere i rifugiati in famiglia. Una forma di accoglienza che ha dato buoni risultati e che alcune cooperative legate alla Caritas vorrebbero diffondere in modo capillare. La presentazione è stata ospitata dal centro Il Samaritano di via Giordani. L’obiettivo non è dare assistenza ma superare i gap che non consentono ai richiedenti asilo di vivere una vita normale.
Come si realizza? “Attraverso la costruzione di relazioni, preparate da una famiglia che non diventa l’operatore sociale ma è come se avesse un figlio in più al quale prepara la strada per inserirsi in comunità” spiegano gli operatori. Determinante il ruolo degli operatori della Caritas che diventano il fulcro dell’accoglienza affiancati da uno staff di consulenza. Tredici le Caritas coinvolte, 11 hanno accolto uomini adulti e due donne per un totale di 32 persone. In un caso è stata accolta una famiglia e mentre il rifugiato ha trovato lavoro, il capo famiglia lo ha perso, così si sono aiutati a vicenda.
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