Quirico: “Isis minaccia concreta, ne sentiremo parlare per molto tempo”
10 Marzo 2015 19:00
I cinque mesi di prigionia nelle mani dei jihadisti sono acqua passata per Domenico Quirico, giornalista e scrittore rapito in Siria nel 2013 e oggi a Piacenza per presentare a palazzo Gotico il suo libro intitolato “Il grande califfato”. Astigiano di origini ha raccontato guerre e ribellioni in molte parti del mondo ed è stato sequestrato quattro volte; ne parla con naturalezza perché “fa parte del mestiere” e aggiunge: “Per fortuna sono finiti. Oggi penso che sia stata una straordinaria occasione per capire cosa succedeva in quella parte del mondo che poi si è manifestato in modo aperto e brutale come stiamo vedendo adesso”.
Quanto è concreta la minaccia dell’Isis per l’Italia? “Per l’Italia non lo so ma la minaccia dell’Isis è una minaccia assai concreta con cui avremo a che fare per molto tempo. Il loro obiettivo al momento è espandersi nelle zone del mondo arabo e collegarle al grande califfato, i conti con l’Occidente li faranno più avanti se avranno le forze e se l’Occidente glielo consentirà”.
Notizia delle 7 – Domenico Quirico, giornalista e inviato di guerra de “La Stampa”, rapito in Siria nel 2013 e poi liberato alcuni mesi dopo, sarà ospite oggi alle 18 a Palazzo Gotico per presentare il suo ultimo libro “Il grande Califfato” edito da Neri Pozza.
A dialogare con l’autore, nel corso dell’appuntamento promosso dal Comune di Piacenza, sarà il sindaco Paolo Dosi, il quale afferma: “La presenza di questo grande inviato rappresenta una grande opportunità formativa per i nostri giovani che hanno bisogno di comprendere le dinamiche che sottendono i fatti tristemente noti della cronaca. La riflessione potrà contribuire a trovare una chiave di lettura realistica della complessità del momento storico che stiamo vivendo”.
Nel libro il reporter racconta la sua dura esperienza di ostaggio in Siria, prigioniero degli uomini di Jabet al Nosra, gruppo paramilitare affiliato ad Al Qaida. In quei giorni, nell’aprile 2013, nell’Est vicino all’Eufrate, già si mormorava della crescita di una sigla ancor più radicale, Isis, il cui mistero aumentava la paura. Abu Omar, il capo dei sequestratori, fu molto esplicito con Quirico: “Costruiremo il califfato di Siria. Ma siamo solo all’inizio. Alla fine il Grande Califfato rinascerà, da EI Andalus fino all’Asia”. Tornato in Italia, Quirico raccontò la sua esperienza e segnalò questo progetto del califfato, che anche altri combattenti delle formazioni islamiste gli avevano ribadito. Ma a queste rivelazioni seguirono indifferenza, polemiche e scetticismo. Nel giro di qualche mese, tutto è cambiato e il Grande Califfato è una realtà presa in seria considerazione dalle cancellerie e dai governi di tutto il mondo.
Il libro di Quirico non è un trattato sull’Islam, ma è un viaggio, un viaggio vero, con luoghi, strade, città villaggi e deserti, sulla concreta esistenza, appunto, del Grande Califfato. E’ un testo in cui emerge come si corra il rischio della vita, viaggiando nei luoghi più pericolosi del mondo. Com’è accaduto anche alla Fallaci e a Terzani.
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