Fuori Sacco: piacentini tra speranze e sfiducia a un mese dall’alluvione

14 Ottobre 2015 22:31

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Trenta giorni pesanti, fatti di fatica e purtroppo di sfiducia crescente. A Piacenza, un mese dopo la terribile alluvione, è la sensazione serpeggiante di abbandono da parte delle istituzioni, che i cittadini ammettono di avvertire fortemente. È stato questo il filo conduttore, nella prima parte della trentaquattresima puntata della trasmissione di attualità di Nicoletta Bracchi e Michele Rancati, tornati su di un terribile capitolo che ha lasciato profonde cicatrici, sul territorio e nell’animo. I sindaci dei luoghi più colpiti dalla tragedia del 14 settembre, dai divani dello Spazio Rotative hanno ragguagliato circa l’attuale situazione e sullo stato di avanzamento dei lavori di messa in sicurezza.
“Molti degli interventi che sono già stati messi in atto, non sono visibili ma sono partiti e sono fondamentali – ha detto Paolo Dosi -: ad esempio gli adeguamenti delle arginature, alcune progettazioni. E si è avviato il confronto con i sindaci per decidere alcune modifiche ai percorsi d’allerta”. Stefano Gnecchi, primo cittadino di Cortebrugnatella ha spiegato come “la preoccupazione maggiore sia proprio per le attività produttive che hanno fatto segnare danni per oltre un milione di euro e rappresentano il solo polmone economico delle nostre valli – ha spiegato Gnecchi -: io peró non mi sento abbandonato dalle istituzioni superiori, Stato e Regioni. Credo vi sia una grossa opportunità di riscatto per la politica in questa situazione di crisi”.
Amministratori accomunati da uno stato di crisi senza precedenti: Antonio Mazzocchi di Farini, Giovanni Malchiodi di Ferriere e il vice sindaco di Ottone Gianluca Croce hanno parlato delle difficoltà di comuni che si trovano ad affrontare interventi che valgono “almeno venti volte il totale annuale dei nostri singoli bilanci”. Nella seconda parte anche Roberto Pasquali è intervenuto nel corso della diretta battendo sul tasto della “pulizia dell’alveo della Trebbia e del Nure – ha detto il sindaco di Bobbio – e non venitemi a raccontare che aumenta la velocità del fiume. Durante la piena del 2000 sono transitati duemila metri cubi al secondo, questa volta oltre tremila: è ora di intervenire”. E sul piano tecnico è stato Massimo Valente, ingegnere di Aipo, a spiegare come le manutenzioni siano indispensabili “per evitare di rincorrere le emergenze”.

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