All’ufficio Anagrafe, ai musei o tinteggiando: ore di lavoro gratis per 12 lavoratori assenteisti reintegrati
24 Settembre 2019 04:42
Ci sarà chi dovrà fare servizio all’ufficio Anagrafe, chi in supporto della Polizia municipale, chi nei musei piacentini e chi, ancora, avrà compiti più manuali, come la tinteggiatura di locali del Comune. Sarà in questo modo che 12 lavoratori coinvolti nella vicenda giudiziaria dei “furbetti del cartellino” dovranno risarcire l’ente dopo essere rientrati nei ranghi. Non denaro, bensì ore o giorni di lavoro suppletivo gratis, a seconda della gravità dei casi.
Tanti ieri sono stati ammessi al Map (messa alla prova) dal giudice nel corso della seconda udienza preliminare del processo a oltre trenta dipendenti di Palazzo Mercanti. Una decisione, quest’ultima, concordata con l’amministrazione comunale e poi valutata e recepita nella conferenza dei dirigenti di palazzo Mercanti. Ognuno dei lavoratori concorderà con l’ente e con la difesa un programma individuale che sarà poi sottoposto all’esame dell’Uepe (ufficio locale di esecuzione penale esterna) di Reggio Emilia e che infine dovrà essere validato dal tribunale di Piacenza il prossimo 13 maggio.
Altri sette lavoratori, accusati a vario titolo di peculato, truffa e falso, saranno invece giudicati con rito abbreviato. Tra questi, due (uno licenziato e uno ancora in servizio) dovranno rispondere anche di corruzione al pari di un imprenditore nel settore dell’asfaltatura. Il giudice si è invece riservato sulla richiesta di quattro patteggiamenti.
Come Libertà aveva già scritto, 12 lavoratori hanno scelto di essere giudicati con rito ordinario, decisi a dimostrare in aula l’estraneità rispetto ai reati a loro ascritti. Per loro all’orizzonte si profila l’ipotesi di dibattimento.
In precedenza il Comune si era visto ammettere come parte civile nei confronti di 19 lavoratori. Dei dieci lavoratori licenziati, a cui sarà chiesto un risarcimento di natura economica, uno è stato reintegrato con sentenza di pochi giorni fa del tribunale anche se il Comune attende le motivazioni par fare appello. Tutti gli altri sono stati invece confermati.
Lo scandalo dei “furbetti del cartellino” esplose nel giugno 2016 in seguito a un’indagine della polizia municipale e della guardia di finanza. Per Palazzo Mercanti fu un vero terremoto: cinquanta indagati, quasi il 10% degli allora 630 dipendenti comunali, con l’ufficio manutenzione travolto dalla bufera e praticamente azzerato. Se per 31 lavoratori il pm aveva chiesto il processo, la posizione di altri 18 era stata archiviata dal giudice per le indagini preliminari. Parallelamente l’Ufficio procedimenti disciplinari del Comune prese in esame la posizione dei dipendenti finiti sotto la lente degli investigatori. Ne scaturirono dieci licenziamenti e numerose sanzioni disciplinari.
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