Sandro Ruotolo: “Emergenza mafia non più questione meridionale ma del Nord”
07 Novembre 2019 03:53
Auditorium della Fondazione di Piacenza e Vigevano gremito per la serata all’insegna della cultura antimafia organizzata da Fnsi e Libera, che ha visto come protagonisti Sandro Ruotolo, giornalista attualmente sotto scorta e storico collaboratore di Michele Santoro, Donato Ungaro, giornalista ed ex vigile urbano licenziato in seguito alle inchieste realizzate nel Comune di Brescello ben prima che il comune fosse sciolto per “condizionamento mafioso” e Paolo Bonacini, già direttore di Telereggio e cronista giudiziario per il Fatto Quotidiano. Con loro si è parlato di deontologia professionale, libertà di stampa e – soprattutto – dell’intreccio tra mafia e politica che, come testimoniato dalle recenti inchieste – non ha di certo risparmiato le Regioni del Nord.
“Dove non sono liberi i giornalisti è perché i territori non sono liberi” – ha commentato Ruotolo. “Anche la storia emiliana ci racconta questo. Non solo al sud. Quello che mi preme è sottolineare il diritto dell’opinione pubblica ad esser informata come sancisce l’articolo 21 della Costituzione. Ed è chiaro come in questo momento storico, l’emergenza mafia sia localizzata al Nord e non più al Sud Italia”.
Ruotolo ha poi analizzato “lo stato di salute” del nostro giornalismo. “Le notizie ormai si trovano in tempo reale. Quello che manca è il racconto. L’approfondimento. L’inviato non deve solo acchiappare la notizia, ma dare una chiave di lettura della notizia. E dove i giornalisti fanno il loro dovere, anche chi denuncia può sentirsi meno solo”.
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