Poco suolo disponibile per gli insediamenti produttivi: il Piano verso il 2050
15 Marzo 2022 16:39
Il percorso partecipato per la costruzione del Ptav (Piano territoriale di Area vasta, che tra l’altro sostituisce anche i vecchio Ptcp) ha vissuto una seconda tappa in Provincia, con l’incontro dedicato al sistema produttivo, in particolare alla convivenza futura tra sviluppo e sostenibilità ambientale.
In particolare, il direttore generale della Provincia Vittorio Silva ha evidenziato come la nuova legge regionale imponga, da oggi al 2050, un tetto massimo per i nuovi insediamenti produttivi pari al 3% del terreno già urbanizzato. “Quindi parliamo di 382 ettari spalmati su 28 anni e frazionati tra i vari comuni – ha detto – quindi occorre ragionare bene su come utilizzarli: ciascuno sfrutterà la propria parte oppure si potrà pensare a investimenti condivisi e unitari? Tenendo presente che sarà anche a disposizione un fondo perequativo per le amministrazioni da 47 milioni di euro, da destinare a infrastrutture e altri interventi”.
Nella prima parte dei lavori, introdotti dal presidente della Provincia e sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri, sono intervenuti l’architetto Fatima Alagna della società Politecnica che ha tracciato un quadro generale sul sistema produttivo, il territorio e le infrastrutture provinciali e Guido Caselli, direttore Centro studi Unioncamere Emilia-Romagna, con alcuni importanti dati riferiti all’andamento delle imprese piacentine.
Poi gli interventi di Francesco Rolleri (presidente di Confindustria Piacenza), Anna Paola Cavanna (vicepresidente Confapi Industria Piacenza), Francesco Bighi, segretario generale Uil Piacenza, in rappresentanza delle organizzazioni sindacali) e Filippo Gasparini (presidente Confagricoltura Piacenza). In particolare, Rolleri ha lanciato alcuni importanti spunti: “Questo strumento di pianificazione territoriale è molto importante, perché rendere più attrattivo il territorio per le imprese significa rispondere anche alle istanze demografiche e sociali. In tal senso, basta con l’equazione che fa ancora qualcuno: logistica uguale male. Cresce, offre lavoro e si integra bene con il manifatturiero, che resta il nostro settore trainante. A proposito – ha concluso – lancio un’idea: visto che non si può consumare suolo, perché non pensare di tornare a insediare le imprese, ovviamente quelle che hanno le giuste caratteristiche ambientali, anche in città, magari nelle aree militari?”.
La mattinata si è conclusa con una tavola rotonda, coordinata dal vicedirettore di Telelibertà e liberta.it Michele Rancati, che ha visto protagonisti il professor Enrico Ciciotti dell’Università Cattolica, il commissario della Camera di commercio Filippo Cella, Andrea Bardi di Fondazione Itl e Marco Marcatili di Nomisma.
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