Comunali, un sondaggio dà Tarasconi avanti, lei frena: “La strada è ancora lunga”

26 Marzo 2022 19:13

Si guarda bene dal montarsi la testa: “C’è da volare bassi”. E specifica: “E’ uno strumento di lavoro, una base di partenza per costruire il nostro progetto, una fotografia di quel che pensano i piacentini a tre mesi dalle elezioni comunali. Tutto qua, niente di più, niente di meno”.

Katia Tarasconi, candidata sindaco di Piacenza per il centrosinistra, chiarisce subito cosa rappresenta per lei il sondaggio presentato alla coalizione alla sala delle associazioni di via Musso. Un’indagine che, ad oggi, la vede avanti di circa 6 punti percentuali rispetto alla candidata del centrodestra nonché sindaco uscente Patrizia Barbieri nelle intenzioni di voto del campione intervistato (campione di quasi 900 intervistati): 26,7% contro il 20,3%. Nel sondaggio era stato inserito anche il candidato di Alternativa per Piacenza, Stefano Cugini, che ha fatto registrare il 10,8% (“Altri candidati” 20,9%, “Non voterei” il 21,3%).
Un dato di certo confortante per Tarasconi ma che la stessa candidata, ad oggi consigliere regionale del Pd, ci tiene subito a “ridimensionare” e contestualizzare: “Manca ancora molto tempo al giorno del voto, so bene che il lavoro da fare è tanto e che la principale avversaria in questa tornata elettorale è forte. Ecco perché non do troppa importanza al dato sulle intenzioni di voto”.

Tra i politici locali, Barbieri è più conosciuta di Tarasconi (59% la conosce poco o per niente, 41% abbastanza o molto) e di Stefano Cugini (che è il meno conosciuto). Più specificamente, Tarasconi è meno conosciuta tra gli under 30 e gli over 60, tra le donne, nel centro storico, nei settori non attivi lavorativamente (studenti, disoccupati, pensionati e casalinghe) e coloro con un titolo di studio più basso.
Dall’indagine Tarasconi risulta più forte tra le donne, tra i 30-45enni, tra gli imprenditori e i laureati. Barbieri vince tra i disoccupati e i liberi professionisti. Cugini sfonda tra i dipendenti pubblici. Coloro che non andrebbero a votare sono più forti tra le donne, under 30, nel centro storico, studenti, casalinghe e dipendenti privati. Interessante notare – annotano i sondaggisti – che tra coloro che avevano votato Barbieri nel 2017 una percentuale significativa (13.9%) non andrebbe a votare.

Ci sono però altri aspetti importanti tra quelli emersi dall’esito del sondaggio. Uno su tutti: il 59,2% dei piacentini intervistati ritiene che Piacenza stia regredendo e solo il 23,4% pensa che si stia modernizzando. Un sentimento avvertito soprattutto tra i laureati, i liberi professionisti e coloro che vivono nel centro. “E’ un giudizio che dice molto di come i piacentini vivono e percepiscono la propria città in questo momento – commenta la candidata – ed è anche per questo che la nostra campagna sarà basata più che mai sulla concretezza, su progetti da condividere, su idee realizzabili. Piacenza è una città bellissima e particolare, che va conosciuta a fondo, vissuta e amata. Ha mille potenzialità, spesso inespresse, e ha bisogno di una visione chiara del futuro da perseguire con proposte a cui seguano opere, interventi, iniziative”.

Tra gli altri quesiti c’era quello sulle “cose ritenute fondamentali per il futuro di Piacenza”. Il 43,2% del campione ha risposto Ambiente e territorio, il 35,3% sicurezza e ordine pubblico, 34,8% cultura, scuola e sport, il 31% sanità, il 30,5% viabilità, trasporti e parcheggi. Il tema principale identificato è, appunto, l’ambiente e il territorio, in particolare il problema dell’inquinamento dell’aria.

E poi: “Quali sono le qualità più importanti che un sindaco dovrebbe avere?”. Il 46,5% ha risposto trasparenza e onestò, il 45% visione per il futuro della città, il 43,7% competenza.
Nei giudizi sui politici nazionali spicca una differenza marcata tra coloro che hanno posizioni istituzionali (Draghi e Bonaccini) rispetto ai leader di partito, di cui nessuno raggiunge la sufficienza.

 

I DATI DELL’INDAGINE

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