Elezioni, i Liberali scendono in campo. “Da soli o con chi fa proposte concrete”
13 Aprile 2022 12:29
Dopo l’ultimo incontro dei Liberali piacentini è stata annunciata la discesa in campo alle prossime elezioni comunali di Piacenza in programma il 12 giugno. E sono pronti a correre da soli, con un proprio candidato sindaco. A meno che, nel mese che manca da qui alla scadenza per il deposito delle liste, “venissero avanzate – da chiunque – proposte concrete, aperte alla libertà creatrice ed innovatrice, senza iattanza, ma con la modestia del servizio” si legge in una nota diffusa ieri mattina. Perché “ai liberali non interessa il potere, ma testimoniare con le opere il loro pensiero”.
IL COMUNICATO DEI LIBERALI
I liberali ci saranno. Per aprire la cosa pubblica ai cittadini, disboscarla da enti parassitari inutili. Con gli amministratori chiamati a responsabilità precise, e chiare. Che i cittadini sappiano, per ogni singolo settore operativo, a chi rivolgersi e chi dovrà risponderne, per quel che si farà o non si farà. Nella campagna elettorale, niente guru e niente – come, rigorosamente, nell’amministrazione pubblica che verrà – soldi gettati in slogan tutti da interpretare e nei quali tutto naviga e tutto annega, i soldi pubblici considerati invece un tesoretto dei cittadini da destinare a finalità primarie, frutto delle tasse pagate dai cittadini ed ai quali devono ritornare. La cultura vista come un volano della crescita, non come un mezzo per passeggiate sceniche. Alla base di tutto, una frase di Aristotele, di 300 anni avanti Gesù Cristo, dunque: “Non possiamo cambiare il vento, ma possiamo impostare le vele in modo diverso”. Come dire: non traguardi impossibili e fughe in avanti, ma concretezza concretezza concretezza e ordinaria amministrazione ben fatta, continuativa. E le risorse di Piacenza, piuttosto, rigorosamente trattenute a Piacenza, non più investite fuori Piacenza (ad alimentare altri territori, depauperando il nostro). Quindi e in sostanza: amare Piacenza, Piacenza anche pulita e in ordine, quanto è mancato in questi anni.
Sono questi i concetti che sono risuonati all’Assemblea dei liberali dell’altra sera, affollata da persone di tutte le categorie sociali, che tutti indistintamente si sono messi a disposizione dell’organizzazione, nei ruoli che l’Associazione riterrà di assegnargli, da candidati o da portaborse. Un entusiasmo da neofiti per tutti, giovani e donne in particolare. Presidenza del presidente dell’Associazione Antonino Coppolino, ma questa volta è intervenuto anche Corrado Sforza Fogliani (che, com’è noto, si era autosospeso per protesta contro la sindaca che non voleva incontrarlo, a dimostrazione che i liberali non cambiano parere a seconda di chi parla e non sono condizionati da nessuno, neppure da Sforza).
Tutti raccolti in un salone – quello delle riunioni – che è dei liberali dal 1964, da più di 50 anni, dunque. Salone con alle pareti ritratti di uomini che hanno fatto il Risorgimento piacentino, che hanno ricostruito il Partito liberale dopo il fascismo, condotto battaglie elettorali mai bolse ma ogni volta ispirate al sempre nuovo concetto della libertà, che sempre si rinnova. Una situazione ancora aperta: un’associazione che si qualifica centrista, chiusa a nessuna forza politica che assuma e condivida i principii di libertà, responsabilità, autonomia, ponendo tutti i totalitarismi sullo stesso piano, siano di destra o di sinistra (come prova la stele eretta per volontà dell’Associazione nel giardino di via Santa Franca, con un omaggio alla quale i liberali inizieranno la campagna elettorale vera e propria). La promozione sociale, poi, alla base di tutto, non come elargizione dall’alto, ma come conquista della volontà, con alla base l’eguaglianza dei punti di partenza insegnata da Einaudi (dei cui ritratti la sede piacentina – che al suo nome si rifà – ridonda).
La discesa in campo insieme a Sgarbi ancora da definire nei particolari. Pronti ad andare da soli o non, se venissero avanzate – da chiunque – proposte concrete, aperte alla libertà creatrice ed innovatrice, senza iattanza, ma con la modestia del servizio. Ai liberali non interessa il potere, ma testimoniare con le opere il loro pensiero.
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