Elezioni, Alternativa per Piacenza: “Questi sono i nostri punti imprescindibili”
23 Giugno 2022 18:14
Alternativa per Piacenza ha reso noto quelli che reputa essere i propri punti imprescindibili. Di seguito il comunicato stampa.
Alternativa per Piacenza è sinonimo di partecipazione, inclusione e capacità di ascolto. Su queste basi da sempre siamo aperti al confronto sulle differenze di vedute e di programmi soprattutto con chi, su alcuni valori ha visioni non così dissimili dalle nostre. Se il programma di ApP e quello della coalizione che sostiene Katia Tarasconi hanno dei punti in comune, certamente su altri e segnatamente sulle tematiche urbanistiche e ambientali, esprimono differenze importanti che non abbiamo mai smesso di evidenziare. Accogliamo pertanto la richiesta, seppur tardiva, di Katia Tarasconi di volersi confrontare con l’assemblea di ApP, purché questo confronto, sul filo di lana, si limiti a quei punti programmatici qualificanti, sui quali a tutt’oggi permane distanza. Il risultato del confronto ci consentirà peraltro di offrire agli elettori la possibilità di una scelta il più possibile consapevole e responsabile, seppur nella coscienza di essere fuori tempo massimo per qualsivoglia garanzia di attuazione degli impegni e delle aperture eventualmente assunte verso il nostro programma, che presidieremo con il massimo impegno in Consiglio Comunale. Per noi questi sono i punti qualificanti che offriamo per un confronto diretto e onesto:
A) PUG PARTECIPATO. Per un percorso partecipato su un tema strategico per il futuro della comunità è fondamentale definire un percorso e un metodo di coinvolgimento dei cittadini, non solo degli “attori” economici e sociali: – prevedere un luogo fisso per gli incontri, che diventi davvero urban center (vedi sede del Politecnico ex macello); – prevedere una figura di facilitatore, terza rispetto all’amministrazione e agli interessi economici dominanti; – individuare un percorso a 3 fasi distinte, anche se con tempi ravvicinati: 1) prima fase di valutazione del quadro conoscitivo (già disponibile anche se oggi ancora chiuso in un cassetto…) e di ascolto della cittadinanza e degli amministratori dei comuni di cintura. 2) seconda fase di prima redazione del Piano e di restituzione ai cittadini partecipanti al percorso e alla Consulta. 3) terza fase di osservazioni, prima dell’adozione formale in Consiglio. Naturalmente occorrerebbe partire dall’azzeramento dei PUA previsti dal PSC vigente (come prevede la legge 24 del 2017) e degli accordi operativi non ancora approvati – per ragioni varie – entro il 31/12/ 2021. Le nuove previsioni, oltre a rispettare il vincolo della minimizzazione del consumo di suolo (escludendo quindi eventuali perequazioni con altri comun i della provincia), devono rigorosamente rispondere ai reali fabbisogni che emergeranno dal quadro conoscitivo e alla priorità dell’interesse pubblico.
B) ESPANSIONE LOGISTICA. Basta dualismo logistica sì/logistica no. La logistica è un settore produttivo fondamentale e ineludibile dei modelli produttivi moderni. Anche la salute dei cittadini è un vincolo ineludibile. La base delle decisioni future in merito all’espansione del settore deve essere condizionato dal rispetto rigoroso dei limiti di incidenza sull’ambiente e sulla salute. Proponiamo lo STOP all’espansione della logistica NON ASSOLUTO ma condizionato dalla regolarizzazione della situazione caotica attualmente vigente e che si protrae dal 1998. Regolarizzazione che significa la costituzione di un condominio degli operatori logistici oggi operanti a Le Mose (più il nuovo operatore di Roncaglia), con la definizione e condivisione di alcuni obiettivi concreti da garantire con strumenti certi, in linea con quanto da noi indicato a pagina 70 del Libro Giallo: – assunzione del personale direttamente dalle imprese o mediante cooperative certificate e rispondenti a criteri di responsabilità sociale; – attuazione del trasferimento dello scalo ferroviario a Le Mose dalla attuale stazione ferroviaria; – adesione a un modello di mobilità sostenibile: utilizzo del mezzo ferroviario, favorendo l’accesso diretto ai capannoni, per destinazioni e origine delle merci a lunga distanza; cronoprogramma per l’utilizzo di mezzi su gomma elettrici per le brevi e medie distanze; – abbattimento al 50% delle polveri sottili e della CO2 emessa dal traffico merci del polo logistico di Le Mose, compresi Truck Center di Borgoforte e futuro autoparco di Via Lorenzini, rispetto al livello di emissioni misurate precedentemente all’entrata in funzione dell’ultimo comparto logistico della Granella. – rivestimento totale delle superfici di copertura con impianti fotovoltaici per l’autoproduzione dell’energia necessaria alle imprese stesse o per contribuire all’avvio di comunità energetiche locali. – avvio di un serio progetto di riforestazione con superfici da quantificare in base alla necessità di abbattimento della enorme quantità di CO2 prodotta dal traffico dei camion; da sviluppare ovviamente su superfici esterne o anche lontane dal polo logistico, purché sempre a livello locale.
C) TERRE PADANE. Il progetto della riqualificazione dell’ex Consorzio Agrario ha subìto uno stop dovuto alle richieste della vigente amministrazione ma anche a problemi interni al soggetto proponente, legati alle condizioni del mercato immobiliare. Tale progetto prevede l’avvio di un centro commerciale che complessivamente va dai 15.000 ai 20.000 mq con probabili effetti a caduta sia sul commercio al dettaglio cittadino, sia sul sistema della mobilità locale. Più circa 9.000 mq di residenziale di cui la città non ha evidente bisogno, più attività terziarie varie. La proposta è quella di rivedere e inquadrare il progetto all’interno dei fabbisogni emergenti dal quadro conoscitivo e dalle soluzioni per la mobilità che emergeranno dal nuovo PUG (Piano Urbanistico Generale). Non trascurando la necessità di ritorno economico per gli operatori privati, bisognerebbe contemporaneamente sondare tutte le opportunità di finanziamento pubblico possibili per prevedere l’utilizzo degli immobili, almeno in parte, per soddisfare alcune esigenze di carattere pubblico (sport, cultura, formazione, ricerca, residenze per studenti, ecc.) o per l’avvio di start up o di imprese ad alto livello di innovazione tecnologica. Un ripensamento quindi finalizzato alla preminenza dell’interesse pubblico.
D) PIAZZA CITTADELLA. Chiediamo un preventivo chiarimento definitivo, trasparente, carte alla mano sulla reale penale da pagare alla società contraente, verificando l’importo residuo, anche alla luce delle copiose entrate fino a oggi incassate dalla società per la gestione delle cosiddette strisce blu e alla luce delle inadempienze delle parti contrattuali evidenziate anche da ANAC: Chiediamo disponibilità a valutare soluzioni alternative al parcheggio interrato, soluzioni che esistono e dall’impatto ambientale ambientale e urbanistico decisamente inferiore, cercando di minimizzare il portato economico della vicenda.
E) TELERISCALDAMENTO. Per quante misure cautelative possono essere assunte per minimizzare le emissioni degli scarichi stiamo comunque parlando di emissioni da combustione in un’atmosfera gravemente malata come quella di Piacenza. Oggi il teleriscaldamento funziona grazie alla centralina a gas metano da 20 Mwh in via Diete di Roncaglia. In futuro sarà soprattutto incenerimento dei rifiuti: con la auspicabile riduzione dei rifiuti pro capite e l’aumento della quota di raccolta differenziata e del la sua qualità(grazie all’attuazione generalizzata del porta a porta e con l’applicazione della tariffa puntuale) i Rifiuti Solidi Urbani (RSU) diminuiranno e per far funzionare l’inceneritore e produrre il calore per il teleriscaldamento avremo bisogno di quote sempre maggiori di rifiuti speciali, da reperire in tutta Italia o Europa. Qual è il vero interesse pubblico dell’operazione? i profitti di IREN o la qualità dell’aria? Perché non considerare seriamente il carico complessivo di inquinanti che gravano sulla città di Piacenza a seguito dell’inceneritore, della centrale termoelettrica, del cementificio, dell’impianto di trattamento di materiali legnosi in espansione a Fossadello, delle autostrade, della logistica, del trasporto da e per le cave? Il processo di transizione ecologica ed energetica in atto richiederà sistemi di produzione di energia elettrica e calore, anche per il riscaldamento domestico, con fonti rinnovabili. Possiamo valutare la questione privilegiando la prospettiva della salute dei cittadini?
F) EX PERTITE. Rappresentiamo la necessità di una definitiva acquisizione e del mantenimento della destinazione a verde pubblico dell’area, con un progetto di valorizzazione pubblico condiviso, attraverso il confronto aperto e costante con la città, da presentare in sede regionale, nazionale ed europea per intercettare le risorse di eventuali bandi finalizzati al potenziamento del verde e alla rigenerazione urbana?
© Copyright 2024 Editoriale Libertà
NOTIZIE CORRELATE