“Cultura e arguzia tra le sue righe”: ecco il libro postumo di Piergiorgio Bellocchio
04 Dicembre 2022 18:00
“Per lui più che il fare contava il come vivere, che ognuno deve misurare su sé stesso e sulle circostanze della propria vita”: così al Teatro dei Filodrammatici ha esordito il critico Alfonso Berardinelli intervenuto a Piacenza per parlare di “Diario del Novecento”, l’ultimo libro – uscito postumo – di Piergiorgio Bellocchio (Il Saggiatore), deceduto il 18 aprile.
Mentre scorrevano sullo sfondo le proiezioni dei collage di immagini a corredo del volume e quelli contenuti in quaderni inediti, nonché negli album realizzati per la nipotina Alice, l’incontro è stato anche l’occasione per l’omaggio a un grande intellettuale, per un ricordo senza retorica di uno scrittore dalla voce limpida e dallo sguardo lungimirante. Familiari, tra cui la moglie Marisa e la figlia Maria Letizia, amici ed estimatori si sono raccolti davanti a quel palco dal quale Piergiorgio Bellocchio tante volte ha condiviso con il pubblico le sue passioni letterarie, filosofiche, cinematografiche, in cicli di conferenze molto partecipati.
A tracciarne il ritratto hanno contribuito, oltre a Berardinelli, la critica Angela Borghesi e Gianni D’Amo, che ha curato la pubblicazione del corposo volume di circa 600 pagine, di cui Piergiorgio Bellocchio era riuscito a vedere le bozze impaginate. Alcuni brani letti dall’attore Carlo Cecchi hanno permesso alla platea di cogliere la profondità, la vasta cultura, l’arguzia, l’umorismo di un autore che non cercava il plauso di nessuno, ma riusciva a farsi comprendere da tutti, per la sua prosa cristallina e autentica.
Domani l’articolo di Anna Anselmi su Libertà in edicola e su App
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