No alle auto a benzina e diesel dal 2035: le reazioni delle concessionarie
16 Febbraio 2023 10:26
Preoccupa fortemente lo stop alle auto a benzina e diesel decretato dall’Unione Europea a partire dal 2035 e non solo i consumatori, ma anche i titolari delle concessionarie piacentine.
“Premesso che dalle case madri non abbiamo ancora ricevuto nessuna informativa, per quanto riguarda Piacenza sappiamo che abbiamo due marchi che stanno investendo sull’elettrificazione – spiega Francesco Bossoni, titolare dell’omonima concessionaria –; il problema semmai saranno i consumatori dato che si andrà incontro a un progressivo aumento del costo delle vetture”.
Qualche preoccupazione al riguardo viene segnalata anche dalla concessionaria Autoingros: “Quella maggiore riguarda il fatto di capire quanto questo cambiamento possa incidere nel riuscire a mantenere i volumi attuali – spiegano – detto questo, l’Unione Europea ha lanciato un messaggio forte che comunque era già in parte preannunciato, anche se da qui al 2035 possono cambiare tante cose”.
Giacomo Ponginibbi, titolare dell’omonima concessionaria, si mostra più preoccupato della mancanza di infrastrutture: “La questione non è solo quella di innovare una produzione che già di per sé non è semplice e rischia di avere una ricaduta sui lavoratori di un’intera filiera – fa notare – c’è anche un tema infrastrutturale da affrontare: tutti i comuni dovranno essere dotati di un numero adeguato di colonnine di ricarica e per questo occorre un intervento statale forte, rapido come lo è stata questa scelta”.
“Sosteniamo il cambiamento e il passaggio dal termico all’elettrico. L’unico grande punto di domanda sono le infrastrutture che attualmente non ci sono”. Queste le parole di Pier Giorgio Zambelli, amministratore delegato di Programma Auto.
“È vero che il 2035 è dietro l’angolo ma neppure tanto: tante cose possono cambiare – spiega Raphael Cansa in rappresentanza di Mirani – sicuramente questo blocco è destabilizzante, ma sinceramente non mi preoccupa perché potrà essere messo in pratica solo quando saremo realmente attrezzati anche sul fronte delle infrastrutture: cosa che adesso non siamo”.
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