Al Municipale arriva “Il Trovatore” di Verdi. In scena il 3 e il 5 marzo
27 Febbraio 2023 12:20
La stagione d’opera del Teatro Municipale di Piacenza prosegue con uno dei titoli più attesi, Il trovatore di Giuseppe Verdi, in scena venerdì 3 marzo alle 20 e domenica 5 marzo alle 15.30. L’anteprima per le scuole è in programma mercoledì 1 marzo alle 15.30.
Seconda opera verdiana della stagione del Municipale dopo Rigoletto, per celebrare i 210 anni dalla nascita del sommo compositore, oltre che secondo titolo della celebre “trilogia popolare”, Il trovatore vedrà sul podio Matteo Beltrami, maestro concertatore e direttore che ha lavorato nella maggior parte dei teatri italiani e tra i migliori interpreti del repertorio italiano all’estero. Dirigerà l’Orchestra Filarmonica Italiana e il Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati.
Il dramma tratto da El Trovador di Antonio García Gutiérrez su libretto di Salvadore Cammarano, che debuttò in prima assoluta 170 anni fa, il 19 gennaio 1853, ottenendo da subito un travolgente successo, vedrà in questo nuovo allestimento quattro affermati protagonisti. Il Conte di Luna sarà il baritono Ernesto Petti, che ha preso parte a diverse edizioni del progetto Opera Laboratorio a Piacenza e canta attualmente in importanti teatri, dal San Carlo di Napoli alla Fenice di Venezia; Leonora sarà interpretata da Chiara Isotton, soprano dalla brillante carriera che ha recentemente debuttato al Metropolitan di New York; a vestire i panni della zingara Azucena sarà Anna Maria Chiuri, mezzosoprano tra i più richiesti e apprezzati e ospite regolare dei maggiori palcoscenici italiani ed europei; Manrico sarà Angelo Villari, tenore di notevole esperienza vocale e scenica, consolidata a livello internazionale. Completano il cast il Ferrando di Giovanni Battista Parodi, Ilaria Alida Quilico (Ines), Andrea Galli (Ruiz), Domenico Apollonio (Un vecchio zingaro) e Lorenzo Sivelli (Un messo).
A dominare lo spazio un’imponente scatola scenica “che nel suo scomporsi e ricomporsi evoca in modo astratto torri, macchine da guerra medievali, spazi claustrofobici di prigionia”, come spiega il regista Stefano Monti, che firma anche le scene – con Allegra Bernacchioni – e i costumi, mentre le luci sono di Fiammetta Baldiserri.
“Il tema del fuoco, simbolo del Trovatore, inteso come metafora delle passioni amorose, carnali, talvolta brucianti e distruttive, dei desideri di vendetta ed evocativo della pira” – prosegue il regista – ritorna nel “rosso fuoco materico intriso di nero carbonizzato che costituisce la materia dell’incombente scatola scenica, e che avvolge in un irreversibile destino comune le vite dei nostri personaggi”.
Non solo il fuoco ma anche l’ombra tra gli elementi simbolici dell’opera: “Una presenza-assenza genera la vicenda del Trovatore, ovvero ciò che si palesa nel prologo, l’ombra della madre di Azucena il cui sacrificio genera la vicenda”, spiega Monti. Un tema che prende corpo grazie alla presenza delle ombre del Teatro Gioco Vita di Piacenza, ideate da Agnese Meroni, in nuove contaminazioni di diversi linguaggi della scena: “Il tema dell’ombra si fa ossessione, intesa anche come buio, tratto distintivo del titolo in questione, come notturno – dichiara il regista – e diviene oscurità dei vissuti dei personaggi”.
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