Giustizia, il grido d’allarme dei sindacati: “In quattro mesi nulla è stato fatto”
10 Marzo 2023 14:04
“Giustizia allo sfascio” è il titolo della mobilitazione nazionale sul tema giustizia organizzata dai sindacati della funzione pubblica a Roma. I rappresentanti piacentini hanno incontrato il prefetto di Piacenza, Daniela Lupo.
“Il personale della Giustizia – spiegano Melissa Toscani (FP Cgil) Marco Aliani (Cisl Fp) e Giorgio Franchini (Uil Pa) – “è stanco di essere considerato il fanalino di coda delle amministrazioni pubbliche dello Stato. Il sistema rischia di collassare, ma ad oggi non solo non è stata presa alcuna iniziativa da parte dei vertici del Ministero, ma non si capisce neanche quale sia il progetto che si vuole perseguire. Per questo oggi siamo in presidio a Roma presso il Ministero e abbiamo incontrato il Prefetto per rappresentare lo stato preoccupante in cui versano tutti i dipartimenti del Ministero della Giustizia, dai Tribunali e Procure e Archivi Notarili all’amministrazione Penitenziaria e Minorile”
“A Piacenza il grido d’allarme non è stato lanciato solo dai sindacati, ma addirittura la Procuratrice e il Presidente del Tribunale hanno più volte rappresentato lo stato di grave carenza di personale che rischia di paralizzare le attività.”
“I problemi che abbiamo posto a livello nazionale da tanto tempo, ma che il Ministero non sta affrontando, sono tanti: prima di tutto un piano straordinario di assunzioni, anche attraverso lo scorrimento delle graduatorie vigenti e la stabilizzazione di tutti i precari: se si vogliono servizi che funzionano serve il personale!. Occorre poi procedere con la digitalizzazione e smaterializzazione dei documenti, previste anche dal PNRR, che consentirebbero la gestione più veloce delle pratiche anche con le moderne modalità di lavoro da remoto. Serve aprire un tavolo di confronto per la definizione del contratto integrativo con la determinazione delle famiglie professionali previste dal Contratto Collettivo, senza dimenticare il pagamento del salario accessorio e lo sblocco delle progressioni economiche del personale già concordate a luglio 2022 e i percorsi di avanzamento professionale attraverso l’integrale applicazione degli accordi già sottoscritti e delle norme di legge.”
“Le misure che rivendichiamo servono innanzitutto a migliorare i servizi. Per questo” – concludono i rappresentanti sindacali – “chiediamo ai vertici del Ministero di affrontare celermente le questioni che interessano i dipendenti e di aprire il confronto con i Sindacati che li rappresentano. Di fronte al totale silenzio del Ministero non possiamo rimanere inermi e per questo la mobilitazione andrà avanti fino a quando non arriveranno risposte concrete per i lavoratori!”
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