Marco Cappato: “Investire nell’intelligenza artificiale come servizio pubblico”
23 Settembre 2023 18:11
“Oggi l’intelligenza artificiale vede investimenti enormi, sia allo scopo di venderci oggetti, sia per controllarci. Quello che al momento manca, nel nostro Paese come nel resto d’Europa, è un’intelligenza artificiale pubblica: un investimento pubblico affinché questa risorsa sia anche al servizio del cittadino”.
Invenzione straordinaria, risorsa e opportunità. Una novità che tuttavia sta lasciando dietro di sé diffidenza, paranoie e addirittura timore. L’intelligenza artificiale ha già “conquistato” il mondo di oggi, candidandosi a condizionare – nel bene o nel male – anche il nostro futuro.
È stata proprio lei la protagonista dell’incontro “Lo stato della democrazia tra disobbedienza civile e sudditanza tecnologica”, tra gli appuntamenti clou del Festival del pensare contemporaneo, ospitato in un Palazzo Gotico gremito e che ha visto salire sul palco Sabina Guzzanti, autrice televisiva e comica che di recente ha scritto un romanzo (“ANonniMus, vecchi rivoluzionari contro giovani robot”) ambientato in un immediato futuro distopico, e Marco Cappato, tra i più importanti attivisti politici dell’ultimo decennio. Proprio quest’ultimo ha promosso a livello nazionale ed europeo l’uso dell’intelligenza artificiale per aumentare la capacità dei cittadini di essere informati, attivarsi e in definitiva controllare chi ci rappresenta nelle istituzioni pubbliche.
“Ormai con questi telefoni- ha aggiunto Cappato – possiamo fare veramente di tutto. L’unica attività umana che non ci è ancora consentita nonostante le nuove tecnologie è partecipare e condividere attivamente, non con la retorica da social network, nostre idee. Ciò che serve è un investimento pubblico sull’intelligenza artificiale e bisogna farlo al più presto perché potrebbe essere un treno che passa e non torna più. Vi porto un esempio: meno dello 0,3% degli italiani ha fatto testamento biologico. Perché? Nessuno ne sa nulla. In pochi, ad esempio, sanno che è gratuito e che basta andare in Comune a sottoscriverlo. Questa intelligenza artificiale, invece di venderci qualcosa, può informarci fornendo tutti i dettagli. I diritti senza conoscenza – ha quindi concluso – restano solo sulla carta”.
Guzzanti ha invece parlato di una “democratizzazione dell’intelligenza artificiale. Non è possibile che pochi privati decidano sull’intelligenza artificiale che, come i social, cambia le nostre relazioni umane e addirittura la nostra secrezione ormonale”.
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