“VajontS 23”, un progetto di Marco Paolini in contemporanea in 130 teatri
09 Ottobre 2023 08:59
Oggi, lunedì 9 ottobre 2023, nel 60esimo anniversario della tragedia del Vajont che costò la vita a 2mila persone, “Il racconto del Vajont” che trent’anni fa era la voce e il corpo di Marco Paolini diventerà “VajontS 23”, azione corale di teatro civile messa in scena in contemporanea in 130 teatri dall’Alto Adige alla Sicilia e anche all’estero. Tra i teatri ci sarà anche Piacenza, grazie a Teatro Gioco Vita che metterà in scena “Vajonts 23” al Teatro Filodrammatici, nell’ambito del Festival “L’altra scena”, grazie al contributo di Comune di Piacenza e Fondazione di Piacenza e Vigevano. Dalle ore 10 fino alle ore 22 a cadenza oraria lo spettacolo sarà ripetuto, la mattina per le scuole e dal pomeriggio per tutto il pubblico. L’ultima rappresentazione sarà alle ore 22 e alle ore 22.39, l’ora in cui la montagna è franata nella diga, ci si fermerà. Insieme a tutti i 130 teatri aderenti alla rete di VajontS 23. Il progetto per Piacenza, che ha per titolo “c”, è stato curato da Nicola Cavallari, che firma anche adattamento e regia e si alternerà in scena nelle varie rappresentazioni della giornata con Gilberto Colla. Lo staff tecnico è formato da Andrea Bondi, Marco Gigliotti, Giovanni Mutti. Il poeta Guido Oldani ha fatto dono di una sua poesia per la messa in scena della versione piacentina di VajontS 23. L’evento VajontS 23 a Piacenza è a pubblico limitato con prenotazione obbligatoria. La partecipazione è gratuita. Ormai tutte le recite del 9 ottobre al Teatro Filodrammatici sono esaurite. Dalle ore 10 alle ore 13 ci saranno classi di scuola superiore, dalle 17 alle ore 22 rappresentazioni per tutto il pubblico. Allo scopo di soddisfare le numerose richieste, è stata data la possibilità a gruppi ristretti di assistere ad alcune prove aperte. “Penso sia difficile, quasi impossibile, – sono le parole di Nicola Cavallari, che cura il progetto per Piacenza di VajontS 23 – raccontare di nuovo la tragedia del Vajont, narrazione diventata ormai classica, a partire dall’emozionante versione prima teatrale e poi televisiva di Gabriele Vacis e Marco Paolini. Eppure, come tutte le tragedie, deve essere tramandata attraverso il racconto. Nella nostra versione di VajontS 23 affronteremo quindi il ricordo di questo drammatico evento tenendo bene a mente la sostanza della tragedia greca. Quello che succederà sarà un rito collettivo, perché la tragedia è un rito, un rito dalle forti valenze sociali”.
La storia del Vajon” riscritta, 25 anni dopo il racconto televisivo, da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli, drammaturgo e regista del Teatro delle Albe, non è più solo un racconto di memoria e di denuncia sociale, ma diventa una sveglia. La narrazione di quel che è accaduto si moltiplica in un coro di tanti racconti per richiamare l’attenzione su quel che potrebbe accadere. “Quella del Vajont – spiega Paolini – è la storia di un avvenimento che inizia lentamente e poi accelera. Inesorabile. Si sono ignorati i segni e, quando si è presa coscienza, era troppo tardi. In tempo di crisi climatica, non si possono ripetere le inerzie, non possiamo permetterci di calcolare il rischio con l’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra le tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili”.
Grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di teatro di ricerca, musicisti e danzatori, maestranze, personale e spettatori arruolati come lettori si riuniranno nei posti più diversi, dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia, a scuole, chiese, centri civici, biblioteche, piazze di quartiere, dighe e centri parrocchiali. Ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS 23 a partire dalle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga.
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