Commercio e residenza nel piano ex Camuzzi. E’ l’unico salvato dal Cuav
01 Novembre 2023 10:46
Bocciatura diretta sia del progetto dell’immobiliare Novella sull’area tra corso Europa, via Madre Teresa di Calcutta e via da Caverzago sia di quello del gruppo Bassanetti per il terreno Galnea alla Veggioletta. Bocciatura indiretta per l’area AL8 Germoglio tra corso Europa e via Goitre la cui proprietà, condivisa tra la Panthom srl e altri soggetti, ha presentato modifiche progettuali “sostanziali” i cui tempi di valutazione comportano “adempimenti verosimilmente non compatibili con le tempistiche” di legge che fissano nel 31 dicembre prossimo il termine per il convenzionamento urbanistico del piano.
In odore di promozione invece il progetto per l’area ex Camuzzi (Aid20) tra corso Europa e via Rigolli, alla cui proprietà, che è ancora la Panthom, è stato chiesto di presentare una serie di integrazioni i cui tempi di disamina sono ravvicinati e quindi compatibili con le scadenze. Sempre che l’esito conclusivo sia favorevole.
E’ la sintesi del parere espresso nella seduta di martedì scorso dal Cuav, il Comitato urbanistico di area vasta dove con il Comune siedono Provincia e Regione. Parere, vincolante, su quattro dei cinque piani edilizi presentati da proprietari di aree nella fase di transizione tra il vecchio (Psc) e il nuovo (Pug) piano regolatore. Il quinto riguarda l’area di via Einaudi (13mila mq su cui la C& P sas propone di realizzare un supermercato medio-grande di 2.400 mq), progetto in coda nei tempi rispetto agli altri, perciò sarà esaminato prossimamente dal Cuav.
Il disco rosso sul progetto dell’immobiliare Novella (8mila mq) dell’imprenditore Gian Guido D’Agostini – la proposta è di una variante da residenziale a commerciale per insediare una medio-piccolo supermercato fino a 1.500 mq – è stato alzato non essendo “pertinente”, scrive il Cuav, il ricorso alla procedura degli accordi operativi “nel caso di trasformazioni soggette a intervento diretto” quale l’area in questione, la cui convenzione è peraltro scaduta. Area per la quale, inoltre, il Psc “non definisce i parametri urbanistico-edilizi necessari per l’attuazione”. Morale: “Gli unici interventi attuabili sono quelli che risultano pienamente conformi alle previsioni del Pua oggi decaduto”.
Il terreno Galnea (36mila mq), dove viene proposto un mix di funzioni produttive e terziarie, sconta invece il fatto di essere “un ambito ove né il Psc né la delibera” comunale di indirizzo del 2019 “definiscono i parametri urbanistico-edilizi necessari a fissare le caratteristiche, anche dimensionali, delle trasformazioni ammissibili e le dotazioni territoriali da conseguire”.
Quanto all’area Germoglio (38mila mq) su cui si è chiesto di realizzare funzioni residenziali (2.300 mq di superficie lorda), terziarie (circa 2mila mq) e commerciali con medio- grande struttura di vendita non alimentare fino a 1.800 mq, il Cuav, nell’esprimere la descritta bocciatura indiretta per incompatibilità delle tempistiche, rileva come “la proposta di insediare”, in connessione con l’adiacente area ex Camuzzi, “molteplici medie strutture di vendita configura un complesso commerciale organico quanto a fruibilità per gli utenti, la cui localizzazione non è prevista dal Ptcp (Piano territoriale provinciale) e pertanto non è conforme”. E anche le funzioni residenziali la delibera di indirizzi le ammette “solo come interventi di riqualificazione/rigenerazione urbana”.
L’ex Camuzzi (63mila mq) è quindi il progetto che rimane in piedi. Se il Cuav, con le richieste integrazioni, darà l’ok e il consiglio comunale lo approverà in tempo utile, si aprirà la strada per realizzare in corso Europa nuove funzioni residenziali (superficie lorda di 9mila mq), terziarie e di servizio (5mila mq) e commerciali (4.800 mq di superficie di vendita, 1.500 dei quali in un supermercato.
“Come in tutte le cose, ciò che conta è il risultato. E per quanto riguarda gli accordi operativi su possibili insediamenti commerciali, produttivi e residenziali, il risultato è che stiamo arrivando alla conclusione di un percorso travagliato iniziato anni fa e mai definito”.
Così il sindaco Katia Tarasconi commenta il parere del Cuav sui piani edilizi, tema che in questi mesi ha alimentato polemiche in Consiglio comunale e qualche malumore anche in seno alla maggioranza. “Un tema spinoso perché c’è chi ha gettato benzina sul fuoco favorendo un malinteso di fondo”, prosegue il sindaco: “Siamo stati definiti la giunta dei supermercati solo perché abbiamo approvato il deposito degli accordi operativi proposti da alcuni soggetti privati. Un’approvazione che è stata scambiata per un ok sul merito degli accordi stessi, un via libera ai supermercati. Così è stato detto. Ma è sempre stato falso. Le nostre delibere di giunta hanno approvato, per l’appunto, il deposito di pratiche legittimamente presentate da operatori privati che proponevano accordi per la realizzazione di opere e strutture su terreni di loro proprietà. E ricordo che l’iter di tali pratiche è ripartito nel luglio del 2021 durante l’amministrazione Barbieri, ovvero quando il Tar ha accolto il ricorso dei soggetti proponenti annullando la cosiddetta moratoria decisa proprio da quella amministrazione per stoppare l’iter in questione a causa del Covid. Una volta arrivata la sentenza del Tar, gli uffici comunali sono ripartiti con il lavoro sulle pratiche”. La giunta Tarasconi si è limitata ad autorizzare il deposito, questo il senso. “Ciò che abbiamo fatto, comprese le delibere che approvavano il deposito degli accordi, era ciò che andava fatto”, dice la sindaca, «il nostro obiettivo era, è e sarà sempre quello di arrivare ai risultati rispettando tempi e procedure. Perché voglio ricordare che non viviamo nell’Unione Sovietica di qualche anno fa: stiamo parlando di operatori privati che chiedono di poter realizzare opere su aree di loro proprietà. E noi, come ente, abbiamo il dovere di accogliere il deposito delle proposte se vengono presentate nei tempi giusti e con la documentazione corretta. Ma approvare il deposito delle proposte non significa approvare le proposte”.
L’assessore all’Urbanistica Adriana Fantini sottolinea l’unitarietà del parere del Cuav, che “si compone delle osservazioni dei vari enti che vi siedono. Gli ambiti sono complessi e rilevanti e, su queste partite, è assolutamente necessario che si esprima chi ha una competenza specifica su tali materie, basti pensare a quella ambientale. E ciò che abbiamo fatto noi come giunta è stato proprio portare gli accordi al vaglio dell’organo che, con le sue competenze interne comprese quelle comunali, aveva e ha il potere di esprimere un parere vincolante. Non approvare il deposito degli accordi operativi, al contrario, avrebbe esposto il Comune a rischi inutili”.
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