Da Steve Coleman ad Antonio Sánchez. Al via Piacenza Jazz Fest: “Coinvolti gli studenti”

31 Gennaio 2024 13:03

Nel cartellone principale Steve Coleman, Antonio Sánchez, Enrico Pieranunzi con l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali, Avishai Cohen, Dado Moroni, Attilio Zanchi, Peppe Servillo, Elisabetta Strino, Greta Panettieri e molto altro ancora

Gli ingredienti ci sono tutti: i grandi musicisti del cartellone principale affiancati dalle giovani promesse del jazz italiano in alcuni dei luoghi più suggestivi di Piacenza, senza dimenticare la voglia di coinvolgere i più giovani attraverso iniziative mirate per gli studenti di scuole di ogni ordine e grado arrivando a coprire tutto l’arco appenninico della nostra provincia.

Il festival gode da sempre del fondamentale sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, immancabile partner di ogni edizione, oltre che di quello della Regione Emilia-Romagna, del FUS (Fondo Unico per lo Spettacolo) del Ministero della Cultura, della Fondazione Ronconi-Prati e del Comune di Piacenza.

Gli eventi del cartellone del “Jazz A Scuola” sono stati resi possibili grazie alla collaborazione con alcuni istituti del territorio, a partire dal Liceo Ginnasio Statale “M. Gioia” che ha coinvolto il Piacenza Jazz Club nel progetto finanziato dal programma “Per Chi Crea” promosso dal MiC e gestito da SIAE, dal 4° Circolo Didattico Statale di Piacenza e da Infoambiente, con cui si organizzano felicemente da molti anni i Jazz Pedibus.
Tra le collaborazioni di questo festival da ricordare l’I.C. di Lugagnano Val d’Arda, l’I.O. di Bobbio, l’I.C. “E. Carella” di Pianello Val Tidone e il Liceo Artistico Statale “B. Cassinari”. Tutte queste scuole fanno parte di Jazz Mood Schools, la rete nazionale che porta il jazz nelle scuole per la diffusione del linguaggio musicale e per combattere e prevenire le nuove povertà educative e culturali. Più stretta che mai la collaborazione con il Conservatorio “G. Nicolini”, con cui è da poco stato firmato un protocollo d’intesa che ha portato già alcuni dei suoi frutti in questa edizione, così come con la Fondazione Tetracordo e la partnership con l’Opera Pia Alberoni, che ospiterà molti dei concerti del cartellone principale. Continuano i rapporti con la casa circondariale di Piacenza grazie alla sua direttrice e all’Associazione “Oltre il muro”, che consentono di organizzare ogni anno un concerto per i detenuti. Continuano i rapporti anche con il Centro Commerciale “Gotico”, che tornerà a ospitare tre concerti domenicali nei suoi ampi spazi.
Il Piacenza Jazz Club, che da sempre cerca di creare una rete con le altre associazioni culturali del territorio, quest’anno è tornato a progettare insieme all’Associazione Cinemaniaci.

IL CARTELLONE PRINCIPALE

Quest’anno l’architettura generale del festival è divisa in due blocchi: ci sarà una prima parte con i main concert, suddivisi a loro volta tra i big internazionali e il grande jazz italiano, e una coda, che arriverà dopo un paio di settimane dalla fine dei concerti principali, dedicata interamente alle scuole (cfr. Il Jazz A Scuola in altro documento a parte perché abbia un suo spazio). Come sempre si inizia con il concerto di anteprima che si tiene il 31 gennaio ed è un altro modo per presentare il Piacenza Jazz Fest alla città, essendo a ingresso libero. Il concerto di anteprima è affidato a Greta Panettieri, prima interprete donna a dedicare un intero programma a Frank Sinatra con “Fly me to Sinatra”. La cantante si presenterà in un quintetto dove brilla la stella di Vince Abbracciante alla fisarmonica.

Inaugurazione in grande stile al Conservatorio “G. Nicolini” domenica 25 febbraio con “IMPROCLASSICA”, insieme a uno dei maestri del jazz italiano di levatura internazionale, Enrico Pieranunzi, il suo trio, e l’Orchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Michele Corcella, che ha curato anche gli arrangiamenti del programma. Steve Coleman sarà per la prima volta a Piacenza sabato 2 marzo alla Sala degli Arazzi della Galleria Alberoni insieme al suo gruppo più famoso, gli storici Five Elements, che comprende alcuni tra i musicisti più incisivi della scena statunitense, su tutti il trombettista Jonathan Finlayson. La Basilica di S. Savino è perfetta per acustica e per capacità di suggestione per un concerto in solo. Per questo ormai da qualche anno è un appuntamento fisso del festival, quest’anno affidato al clarinettista Gabriele Mirabassi che creerà le sue “Subitationes per clarinetto solo”, un momento per ascoltare, meditare e lasciarsi trasportare verso un’altra dimensione meno affannata e più intensa. “Mingus Portrait” (sabato 9 marzo, Sala degli Arazzi) è l’omaggio del contrabbassista Attilio Zanchi e del suo splendido gruppo di amici artisti, uniti dal desiderio di rileggere Mingus influenzati dalle loro singole esperienze di musicisti. Ad arricchire il concerto anche composizioni originali di Zanchi che, dall’alto della sua lunga militanza jazzistica, è uno dei pochi in grado di avvicinarsi al complesso mondo musicale di Charles Mingus. In co-produzione con la Fondazione Teatracordo di Livio Bollani l’appuntamento fuori provincia del Piacenza Jazz Fest che si trasferisce per una tappa al Teatro Sociale di Stradella, la capitale della fisarmonica, giovedì 14 marzo. Qui, il duo di fisarmonicisti composto da Antonello Salis e Simone Zanchini si muoveranno “Liberi…” di improvvisare, di sperimentare e di giocare con tutti i registri e le possibilità espressive del loro strumento. “Migration”, primo album solista di Antonio Sánchez, datato 2007, rimane ancora uno standard di creatività e musicalità per un batterista, e bandleader, che quando suona sa lasciare la scena ai colleghi musicisti (tra cui Chick Corea e Pat Metheny) e, a monte, brilla nella funzione di scrittura e produzione. Negli anni si cimenta in colonne sonore, tra cui quella di “Birdman”, vince quattro Grammy, arrivando alle recenti sperimentazioni con generi e cantanti, da Trent Reznor a Meshell Ndegeocello. Sul palco del Piacenza Jazz Fest sabato 16 marzo alla Sala degli Arazzi sarà accompagnato da colleghi di un certo calibro tra cui Seamus Blake, impegnato da qualche anno in tour con Roger Waters. Uno dei momenti tangibili che segnano la rinata collaborazione con il Conservatorio Nicolini di Piacenza, oltre al concerto d’anteprima, è l’organizzazione del concerto che si terrà venerdì 22 marzo presso la Sala degli Arazzi. A suonare sarà un trio di docenti del Conservatorio piacentino – Lucio Ferrara alla chitarra, Massimiliamo Rolff al contrabbasso e Tony Arco alla batteria – insieme a un ospite d’eccellenza come il pianista Dado Moroni, che il festival è felice di tornare a ospitare dopo molti anni. Sarà invece una serata al femminile quella di mercoledì 27 al Milestone Live Club, perché entrambi i set vedono una leader donna delle rispettive formazioni. Della vincitrice del Concorso Bettinardi che si esibirà per prima si dirà sotto; nel secondo set si esibirà il trio di Eleonora Strino, una dei più brillanti giovani talenti della scena jazz internazionale con un amore particolare per la tradizione. Lei stessa ammette infatti che non ci sia nulla che le piace di più che pensare di trovarsi in un vecchio e fumoso club di New York con incredibili musicisti e suonare tutte le più belle canzoni del repertorio americano, con un’attenzione particolare a Duke Ellington, per cui ha da sempre un debole. Ogni promessa è un debito, e quello che finalmente verrà saldato per la data di chiusura sarà l’onore di avere al Jazz Fest il trombettista Avishai Cohen, in cartellone nell’edizione del 2020 annullata precipitosamente a due giorni dalla sua partenza a causa dell’emergenza pandemica. Nel frattempo sono successe diverse cose; Avishai Cohen ha inciso un nuovo disco dal titolo “Naked Truth”, e sarà quello il fulcro del concerto che terrà col suo quartetto. Invertendo una tradizione consolidata, la sede del concerto di chiusura (invece che di apertura) sarà lo Spazio Rotative.

Ogni anno il Concorso Bettinardi per Giovani Talenti del Jazz Italiano dà l’occasione ai vincitori delle tre categorie in cui è suddiviso – Solisti, Gruppi e Cantanti – di esibirsi nel cartellone principale dell’anno successivo; uno dei premi più ambiti è proprio l’ingaggio al festival per i primi classificati. Per aumentarne la visibilità, i loro concerti sono programmati in doppio set con musicisti più popolari. È così che si potrà ascoltare il gruppo degli NDOVU prima di quello capeggiato da Attilio Zanchi il saxofonista Matteo Diego Scarcella si esibirà in quartetto prima di Dado Moroni e il trio del Nicolini, mentre Licia Lapenna canterà alla testa di un suo quartetto nella stessa sera del trio della chitarrista Eleonora Strino.

PROGRAMMA PRINCIPALE

© Copyright 2024 Editoriale Libertà