Inchiesta su Cobas e Usb, chiuse le indagini: verso la richiesta di rinvio a giudizio
05 Marzo 2024 20:09
Le accuse sono quelle di aver usato i lavoratori “come pedine” e il sindacato “come cosa propria”. Era il 19 luglio del 2022: la Digos e la Squadra mobile della Polizia arrestarono sei dirigenti sindacali del SiCobas e dell’Usb, organizzazioni sindacali di base molto radicate nel settore della logistica piacentina, che furono messi ai domiciliari. Misure meno gravi di limitazione della libertà personale (cioè l’obbligo di firma) vennero applicate ad altri due attivisti dell’Usb. Gli arresti furono chiesti dalla procura al termine di un’indagine avviata nel 2016.
Diversi i reati contestati: due associazioni per delinquere, una per ogni sindacato coinvolto, violenza privata, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, sabotaggio e interruzione di pubblico servizio. In pratica, secondo la tesi della procura, la lotta sindacale del SiCobas e dell’Usb veniva portata avanti non tanto per rivendicare e ottenere più diritti per i lavoratori, bensì per affermare la supremazia del sindacato con metodi ritenuti illeciti. A distanza di oltre un anno e mezzo e dopo che il tribunale del Riesame, un mese dopo, in agosto, revocò gli arresti domiciliari per i sei dirigenti, il sostituto procuratore della Repubblica Matteo Centini ha notificato la chiusura delle indagini, preludio alla richiesta di rinvio a giudizio.
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