Colpo Grosso, sogno proibito che colpì Ronald Reagan e divenne caso mondiale
15 Marzo 2024 10:20
Non fate finta di niente, lo so che lo avete visto e rivisto “Colpo grosso”, punto di riferimento per noi maschietti degli Anni 80. Chi come me aveva la tv in camera propria, ed era un lusso da non poco negli Anni 80, aspettava la seconda serata della rete privata Italia 7 (fortunatamente raggiungibile anche nella provincia di Piacenza) per gustarsi il sexy programma condotto da Umberto Smaila. Non era il primo sexy show che appariva sulle tv private, basti pensare a “La bustarella” (19781984) condotto da Ettore Andenna su Antenna 3 oppure a “Rosso di sera” (1986-1987) condotto da Paolo Mosca su Telereporter.
L’alchimia di “Colpo grosso” fu però così riuscita da farlo diventare “il” programma sexy per antonomasia: un appuntamento fisso durato ben cinque anni (dal 1987 al 1992) condotto prima dall’ex Gatto di Vicoli Miracoli, successivamente da Maurizia Paradiso (che durò solamente due mesi per modifiche poco apprezzate alla formula e anche per un linguaggio un po’ troppo diretto) e poi dalla coppia composta da Massimo Guelfi e Gabriella Lunghi (e sfidiamo chiunque a ricordarsi di loro). Il programma era in realtà una produzione Fininvest, ai tempi gestore dei palinsesti di Italia 7, e il titolo riprendeva quello di un famoso film con Frank Sinatra ambientato in un casinò, stessa scenografia utilizzata poi nel programma tv.
“Colpo grosso” fu un successo nazional-popolare, uno dei pochi programmi fuori dal duopolio Rai-Fininvest a scalare le classifiche grazie soprattutto alle ragazze portafortuna nella prima stagione, diventate poi ragazze Cin Cin: i loro seni al vento erano mostrati con garbo, e il programma finì per essere guardato da nipoti, nonne, mamme e soprattutto papà nonostante (nonostante?) il fatto che allo stesso orario, su Canale 5, ci fosse il Maurizio Costanzo Show.
In cosa consisteva il programma?
Si trattava di un gioco, come la gran parte dei programmi di allora, da “Il pranzo è servito” a “Il gioco delle coppie”. I concorrenti dovevano rispondere correttamente ad una serie di domande per spogliare le ragazze Cin Cin. Una specie di strip poker, in cui per aumentare la puntata il concorrente poteva a sua volta mettere sul piatto i propri indumenti. Semplice, vero? Quando il concorrente riusciva, partiva lo stacchetto musicale e le bellissime ragazze mostravano alle telecamere il loro seno e i loro “lati B” coperti da minuscoli perizoma, per la felicità di noi spettatori. Ci si accontentava di poco ai tempi, vero?
Il successo mondiale della trasmissione Umberto Smaila racconta che già prima di essere ceduto in franchise, il programma era molto noto e seguito anche all’estero (non c’erano dialoghi particolarmente profondi da capire, insomma). In America, dopo che il presidente Ronald Reagan ebbe visto sulla Tv CBS uno speciale televisivo di Entertainment Tonight, pare abbia citato al congresso “Colpo grosso” come esempio di corruzione dei costumi americani. Dice Smaila: “Non ne sapevo niente, ma un giorno nei corridoi di Mediaset incontrai Mike Bongiorno, che mi disse: hai fatto arrabbiare Reagan, cosa hai combinato?”. La trasmissione divenne un caso e perfino il famoso programma Saturday Night Live mandò in Italia una troupe per fare un servizio.
Leggenda vuole che persino il severo Mikhail Gorbaciov, durante la sua visita a Roma, abbia visto la trasmissione in tv chiamando addirittura la propria delegazione, e alla fine si portarono a casa pure le videocassette (probabilmente come esempio di corruzione dei costumi occidentali).
Negli Anni 90 “Colpo grosso”, ormai sulla cresta dell’onda, fece arrabbiare il colonnello Gheddafi, che minacciò di lanciare missili su Lampedusa perché i cittadini libici di notte orientavano le antenne verso l’Italia per captare “Colpo grosso”; lo stesso facevano gli albanesi di Enver Hoxha. Roba da matti, vero? Il format, assolutamente vincente, venne acquistato da Svezia, Germania, Spagna e Brasile. Insomma, divenne un caso di successo internazionale. Il programma era una vera macchina da soldi per una piccola tv privata come Italia 7, che ne registrava quattro o cinque puntate al giorno, da un’ora ciascuna, una vera e propria catena di montaggio.
Ho intervistato Linda Lorenzi, soubrette dello show, che ricorda così il programma: “Il successo di “Colpo grosso” lo si deve alla presenza di tante belle ragazze, al conduttore simpatico e bravo musicista, agli spogliarelli genuini e alla leggerezza del programma. Tutti ingredienti che coinvolgevano i telespettatori. Ci divertivamo tanto e questo si percepiva”. Rivisto con gli occhi di oggi, “Colpo grosso” fa tenerezza nella sua modesta portata trasgressiva, figlia di un rapporto con la sessualità ben diverso da quello moderno. Eppure, il programma resta malvisto in molti ambienti, condannato per la mercificazione del corpo femminile e complice indiretto di tutto quello che è successo dopo: dalle veline ai sexy-gate made in Italy.
Ciononostante, io considero lo show come uno spaccato di quello che era l’Italia voyeuristica degli Anni 80, un’Italia ancora ben poco libera dal punto di vista dei costumi e che scopriva la voglia di scoprire e di farsi scoprire, rendendosi conto che anche il sesso, libero dalle responsabilità e dal peso della tradizione, poteva diventare semplicemente un gioco.
di Massimo Cavozzi
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