Ausl, il dg Bardasi: “A Piacenza più specializzandi, ma mancano gli infermieri”

11 Giugno 2024 22:28

Nel ventiduesimo episodio di “Lo specchio di Piacenza” si entra nell’azienda più grande di Piacenza e Provincia, 4.000 i dipendenti. In primo piano il racconto di Paola Bardasi, direttrice generale dell’Azienda USL.

“I primi due anni del mio mandato, cominciato il 1° agosto 2022, sono stati intensi e pieni di sfide – spiega Bardasi alla direttrice Nicoletta Bracchi, ideatrice del format televisivo – non amo le celebrazioni di me stessa, ma credo sia giusto fare un primo bilancio. Mi trovo molto bene qui a Piacenza, una città che mi ha accolto con calore e professionalità. Abbiamo avviato, con il mio staff, un percorso significativo, mettendo in ordine molte attività, ma c’è ancora molto da fare. Sin dal mio arrivo, ho adottato un approccio proattivo. Credo fermamente nell’importanza della trasparenza e della tempestività”.

L’ESPERIENZA DEL COVID

Bardasi crede anche nell’importanza di un sistema sanitario equo e accessibile, dove ogni individuo possa ricevere le cure di cui ha bisogno. “Il Covid – ricorda – ha creato una netta frattura tra un prima e un dopo nella sanità. In questa fase di ricostruzione, uno dei nostri principali obiettivi è stato creare una maggiore coesione tra gli operatori sanitari. L’ospedale è un luogo sacro dove servono regole precise per garantire la sicurezza e la tranquillità sia dei pazienti che del personale”.

GIOVANI MEDICI

Fondamentale il confronto con i giovani medici: “Attualmente, contiamo su ben 230 specializzandi. Li abbiamo decuplicati. Questi giovani talenti rappresentano il futuro della nostra azienda. La speranza è che, attraverso un percorso di formazione completo e gratificante, gli specializzandi possano sviluppare un forte senso di appartenenza. L’ambizione è che una volta terminato il loro percorso di specializzazione, decidano di rimanere con noi. La carenza di medici è un problema che non riguarda solo Piacenza, ma che si estende a livello nazionale. Al momento, la mancanza di personale sanitario è più acuta tra gli infermieri rispetto ai medici. Tuttavia, vi sono alcune specialità mediche in cui la carenza è particolarmente sentita: Emergenza Urgenza e Anatomia Patologica. I giovani medici di oggi sono molto orientati verso l’apprendimento e l’organizzazione, e desiderano lavorare in strutture che offrano loro opportunità di crescita e confronto continuo. Un aspetto cruciale – aggiunge – per mantenere questi giovani talenti nel sistema sanitario è fornire loro strumenti moderni e avanzati, come la telemedicina. Abbiamo visto l’importanza di tali strumenti con la nascita dei Centri di Assistenza Urgente (CAU). Quando sono arrivata a Piacenza, erano stati destinati 30 milioni di euro per la sostituzione di tutte le grandi tecnologie: TAC, risonanze magnetiche e sistemi radiologici. Entro la fine dell’anno, tutte le apparecchiature saranno state sostituite a cominciare da Fiorenzuola e Castello”.

LOGISTICA E SPAZI

Bardasi non alza mai bandiera bianca: “Ci sono, però, situazioni che presentano vincoli particolarmente ostici, come la logistica dell’ospedale e la cronica mancanza di spazi adeguati. Una delle sfide di cui vado più fiera è stata l’introduzione della PET mobile (Tomografia a Emissione di Positroni). Abbiamo optato per una soluzione di alta gamma su ruote, che ci ha permesso di offrire quasi 900 prestazioni dall’introduzione del servizio a novembre. Questo ha significativamente ridotto le richieste di trasferimento verso Parma. Presto arriverà anche la PET fissa, ulteriore passo avanti nella capacità diagnostica. Mi preme sottolineare anche la rinascita di un polo ortopedico e riabilitativo a Castelsangiovanni, grazie al modello del Rizzoli “diffuso”, istituto ortopedico riconosciuto come uno dei primi cinque in Europa”.

NUOVE TECNOLOGIE

L’impegno della direttrice è volto a integrare tecnologie avanzate e pratiche innovative “Tra queste, l’introduzione di un robot chirurgico di ultima generazione, strumento che non solo migliorerebbe la precisione e l’efficacia delle procedure chirurgiche, ma sarebbe anche un potente fattore di attrazione per i giovani medici che desiderano formarsi e lavorare con le migliori tecnologie disponibili”.

IL TEMA DELLE LISTE D’ATTESA

Delicato anche il tema delle liste d’attesa: “La nostra azienda opera già in piena trasparenza dallo scorso luglio. Ho deciso di eliminare le liste chiuse ancor prima che venisse emanata una delibera ufficiale. Nell’80% dei casi, riusciamo a rispettare i tempi di risposta previsti. Per il restante 20%, stiamo lavorando per migliorare. Le donazioni rappresentano una risorsa vitale per il nostro operato, ogni anno, riceviamo quasi un milione di euro in donazioni, un segnale di fiducia. Oltre alle donazioni finanziarie, voglio sottolineare l’inestimabile valore dei volontari, un vero e proprio tesoro della società civile». E poi l’università di Medicina a Piacenza, sintesi di conoscenza e cura. «La laurea magistrale in “Medicine and surgery” – commenta Bardasi – rappresenta un’opportunità, ma richiede una gestione accurata per sfruttarne appieno il potenziale. Il mondo accademico, pur essendo diverso dall’assistenza sanitaria, è complementare ad essa. La ricerca universitaria può e deve essere traslata in pratica clinica per migliorare la qualità della cura. In questo contesto, la parola chiave è “intesa” puntando a sviluppare una sinergia tra il mondo accademico e quello assistenziale, lavorando in stretta collaborazione per raggiungere risultati concreti e tangibili”.

Le puntate del format si possono rivedere sul sito on demand di Telelibertà.

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