Vola l’export piacentino con il +8,8%, ma perse duemila imprese in dieci anni: l’analisi

26 Giugno 2024 11:54

C’è un “motore” che sembra trainare l’economia locale nel 2023: il 60% del Pil piacentino proviene dall’export, con un incremento complessivo dell’8,8% (bene soprattutto l’alimentare, la meccanica e i mezzi di trasporto, oltre al sistema moda legato ai poli logistici provinciali), superiore a quello che si osserva per le province limitrofe e il contesto regionale e nazionale. E nel primo semestre del 2024, il dato sale al +14% (-3,3% in regione). Da non dimenticare, poi, la produzione industriale in aumento del 2,8%, in controtendenza rispetto al calo dello 0,5% in Emilia-Romagna.

Ecco la fotografia dell’economia piacentina che emerge dal numero 45 di “Piacenz@“, il rapporto congiunturale incentrato sullo scorso anno. Da qui, dunque, il presidente della Camera di commercio dell’Emilia, Stefano Landi, osserva: “Tra le tre province, Piacenza è quella che cresce un po’ di più, nonostante sia la più piccola rispetto a Parma e Reggio Emilia”. Ma attenzione alle ombre: “In dieci anni – illustra il tecnico Matteo Ruozzi – il territorio ha perso oltre duemila imprese registrate, circa il 7%, un calo che riflette i mutamenti socioeconomici, con le fatiche per l’industria e l’agricoltura. Nonostante ciò, Piacenza mantiene un’imprenditoria diffusa con 90 imprese ogni mille abitanti, sopra la media nazionale. Da migliorare – prosegue Ruozzi – il comparto delle startup e delle ditte femminili, nonché la qualità dell’offerta occupazionale, a fronte di circa 11mila contratti a tempo determinato”.

In questo contesto il Pil di Piacenza, secondo le ultime elaborazioni di aprile di Unioncamere regionale su dati Prometeia, dopo il +1% messo a segno nel 2023, è previsto aumentare dello 0,3% nel 2024 e dello 0,7% nel 2025. Va detto, comunque, che la realtà locale registra un lieve rallentamento, in continuità con i dati già rilevati nel primo semestre. Ma il bilancio è comunque positivo: anche le imprese del commercio al dettaglio hanno proseguito nel 2023 nella loro dinamica espansiva, con un ulteriore aumento delle vendite dell’1,1% (dopo però il +4,5% dell’anno precedente), allineato a quello emiliano-romagnolo. Il settore delle costruzioni, pur incrementando grazie agli incentivi governativi il volume d’affari dell’1,5% (+2,8% nel 2022), ha evidenziato invece una variazione inferiore a quella regionale (+1,9%).

Sempre sul versante imprenditoriale, si arresta d’altra parte l’andamento crescente rilevato nei due anni precedenti per lo stock di imprese registrate alla Camera di Commercio, riscontrandosi nel 2023 un calo complessivo di 375 unità rispetto alla consistenza del 2022 (con flessioni significative imputabili soprattutto al commercio e all’agricoltura), calo che tuttavia non riguarda le imprese a titolarità straniera, in aumento di oltre 230 unità.

EXPORT

Le esportazioni riguardano soprattutto Germania, Francia, Spagna, Cina e Stati Uniti, ma nessuna delle prime sei aziende protagoniste dell’export ha la sede legale a Piacenza: quattro all’estero e due a Milano, complice dunque il ruolo delle multinazionali nel polo logistico.

Le importazioni locali chiudono invece con una flessione del 4,4% (erano in positivo nel primo semestre), allineandosi così per segno ed entità a quella di quasi tutti gli altri ambiti territoriali di riferimento.

TURISMO

Buone notizie arrivano poi dal turismo, con i dati a consuntivo 2023 che evidenziano anche in questa occasione la buona prestazione del nostro territorio. I dati di fonte regionale consegnano a Piacenza variazioni ancora positive dei flussi rispetto all’anno precedente, sia per quanto riguarda gli arrivi (+5,5%) che per quanto riguarda i pernottamenti (+3,2%), anche se in decelerazione rispetto al primo semestre (quando i turisti erano aumentati dell’11% e le presenze del 5,5% rispetto all’analogo periodo del 2022).

La dinamica del turismo piacentino anche nel 2023 è stata comunque espansiva, e ancora piuttosto intonata a confronto con quella delle altre province emiliano-romagnole; in quest’ ambito, Piacenza risulta sempre al primo posto in regione per intensità del recupero e crescita dei pernottamenti rispetto al 2019.

LAVORO

Bene è andato nel 2023 – allineandosi alle dinamiche più generali che si rilevano a livello nazionale – anche il mercato del lavoro piacentino. La rilevazione campionaria sulle forze di lavoro dell’Istat mostra nella media del 2023 evidenti miglioramenti per il tasso di occupazione (70,6%, +1,8 punti rispetto al 2022) e per quello di attività (75,5%, +1,9 punti), meno per il tasso di disoccupazione, che arriva adesso al 6,4% (dal 6,5% nel 2022). La rilevazione Unioncamere-Inps indica dal canto suo un significativo aumento degli addetti alle localizzazioni d’impresa, pari all’1,9% (oltre 2.000 addetti in più rispetto al 2022, con incrementi in particolare nei servizi, nell’industria e nelle costruzioni), mentre il saldo tra avviamenti e risoluzioni dei rapporti di lavoro dipendente cresce anche nel 2023, con un aumento di ben 2.716 posizioni, quasi il triplo di quanto osservato l’anno precedente. Si esaurisce invece nel corso del 2023 il recupero post-pandemia messo in atto dalla Cassa integrazione, che, con circa 990mila ore autorizzate a favore dei lavoratori dipendenti delle imprese del nostro territorio, ritorna leggermente a crescere (+5%).

INFLAZIONE

Per quanto riguarda l’inflazione, in provincia di Piacenza, tra maggio 2023 e aprile 2024 l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività nazionale rilevato nel capoluogo ha evidenziato una dinamica positiva e decrescente (allineata a quella regionale e nazionale), accentuatasi in particolare tra ottobre e novembre 2023 grazie alla forte riduzione tendenziale registrata dai prezzi dei prodotti energetici.

POPOLAZIONE

Il 2023 ha rappresentato infine per il territorio provinciale un anno di sviluppo anche dal punto di vista demografico, con una conferma e una novità. La popolazione piacentina – secondo i dati del sistema statistico regionale – ha proseguito infatti nel recupero dai minimi della pandemia, con un incremento assoluto di 889 abitanti e un tasso di variazione (+0,3%) triplo rispetto a quello del 2022. Tale incremento è però dovuto anche quest’anno esclusivamente alla componente dei cittadini italiani “nati all’estero” (dove un peso preponderante hanno le acquisizioni di cittadinanza da parte degli stranieri), che infatti vanno a più che controbilanciare le perdite di popolazione dovute al calo dei cittadini italiani “nati in Italia” e alla leggera flessione degli stranieri stessi. A livello territoriale, si arresta inoltre – per la prima volta dopo decenni – il calo demografico della montagna: pur se da confermare negli anni a venire per parlare di una vera e propria inversione di tendenza, il dato è comunque significativo e mette in luce l’importante ruolo avuto anche in questa occasione dalla componente straniera della popolazione.

 

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