PFM canta De Andrè, rock e poesia accarezzano l’anima: applausi a Palazzo Farnese
29 Giugno 2024 10:47
Un abbraccio tra rock e poesia, dove le inconfondibili sonorità del prog italiano fanno volare ancora più in alto l’arte di uno dei più grandi cantautori italiani di sempre, che soprattutto oggi – nel 2024 – ha davvero tanto da dirci.
Difficile non emozionarsi una volta coinvolti nel vortice di “PFM canta De Andrè“, concertissimo del Festival Dal Mississippi al Po e inserito nel Piacenza Summer Cult (sotto l’organizzazione impeccabile di Fedro Cooperativa), che nella serata di venerdì 28 giugno – nel cortile di Palazzo Farnese – ha proiettato il pubblico in un’altra dimensione, facendogli toccare la profondità umana narrata dai grandi capolavori di Faber.
A 20 anni dalla scomparsa del cantautore genovese e 40 da quei live entrati nella leggenda (dove la Premiata Forneria Marconi e De Andrè diedero vita ad uno dei sodalizi più interessanti e avanguardistici del panorama musicale italiano) Piacenza ha avuto l’onore di gustare con le orecchie e con il cuore alcuni dei successi intramontabili del cantore degli emarginati, da “Bocca di rosa” a “Rimini”, da “Il sogno di Maria” a “Il testamento di Tito”, senza dimenticare “La guerra di Piero” che fa correre le nostre menti ai conflitti di oggi.
Quando poi la voce di Franz Di Cioccio – leader e fondatore del gruppo che a quasi 80 anni riesce ancora a stupire – ha lasciato spazio a quella, registrata, di Faber in “La canzone di Marinella”, più di qualche brivido è corso lungo la schiena del pubblico, il quale ha faticato a rimanere seduto nella giga esagerata di “Volta la carta”, magistralmente eseguita (al pari di tutti gli altri brani) dai componenti, vecchi e nuovi, di una delle band italiane di rock progressivo più amate e conosciute all’estero. Un magico connubio, quello tra la PFM e l’immortale De Andrè, che anche a distanza di 40 anni continua ad emozionare, ma soprattutto a comunicare con la nostra anima.
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