L’economista Zamagni ai Teatini: “La democrazia diventi deliberativa”

20 Settembre 2024 18:11

Il debito pubblico italiano è tra i più alti d’Europa, con un forte impatto sulle generazioni future. Se ne è parlato nell’incontro del Festival del Pensare Contemporaneo intitolato “Quale Stato, quale società” che ha visto protagonisti gli economisti Stefano Zamagni e Veronica De Romanis. Per l’occasione la Sala dei Teatini era gremita.

“Il debito non sarebbe un problema se fosse usato per investimenti produttivi – ha dichiarato Zamagni – ma in Italia non è così. Si fa debito per finanziare il consumo, ma il consumo non è investimento e non risolve i problemi strutturali. In Italia queste cose le sappiamo, il problema non è la carenza di pensiero, ma va cambiato il modello di democrazia che abbiamo ereditato dal passato. Dobbiamo transitare verso la democrazia deliberativa. L’idea è che i cittadini devono poter deliberare, avere una funzione di controllo con i forum deliberativi. Ma questo fa arrabbiare i politici. La Toscana è l’unica Regione che ha approvato una legge di democrazia deliberativa. Perché a Rimini l’anno scorso e quest’anno non ci sono state alluvioni e a Cesena sì? Perché 13 anni fa i cittadini di Rimini hanno creato un forum deliberativo e tra i progetti del piano strategico uno prevedeva la messa in sicurezza dei fiumi”.

Veronica De Romanis ha presentato il suo ultimo libro “Il pasto gratis”.
“Il Pasto gratis – ha detto – è un metodo usato dai governi che consiste nel raccontare la favola: spendo 100 e avrò entrate tali che il costo sarà zero. Ma questo non si è verificato, pensiamo al bonus 110 per cento. Abbiamo il secondo rapporto debito/pil più alto in Europa dopo la Grecia e tra tre anni saremo noi i primi. Il debito è un problema: costa. Per l’istruzione spendiamo meno rispetto ai tassi di interesse. In sanità un poco di più. Il debito ci rende vulnerabili come una crepa sul vetro dell’auto, resta lì per tempo e poi un sassolino lo distrugge. Noi lo abbiamo nascosto e quando abbiamo dovuto dire che c’era lo abbiamo edulcorato”.

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