Municipale, alla ricerca di Antigone con le musiche di Mendelssohn

12 Ottobre 2024 04:32

Questa sera, alle ore 21, il Teatro Municipale ospita la rappresentazione dell’Antigone, una rivisitazione contemporanea della celebre tragedia di Sofocle, che saprà coinvolgere il pubblico in un’esperienza artistica di alto livello. Lo spettacolo, che coniuga l’intensità della tragedia greca con la forza evocativa della musica, è accompagnato dalle suggestive composizioni di Felix Mendelssohn, in particolare la sua Op. 55 (MWV M12), scritta appositamente per accompagnare l’Antigone. Al concerto (biglietti ancora disponibili) partecipano l’Orchestra Farnesiana diretta da Gianluca Feccia, il coro del Conservatorio Nicolini diretto da Corrado Casati e Stefano Bommino, il baritono Simone Tansini, il pianista Riccardo Munari, gli attori Francesca Morgante, Maddalena Sighinolfi, Maurizio Cammi, Leonardo Calori e Lorenzo Cammi con la partecipazione di Petra Cavallari, Gabriella Rigolli e Stella Piazza. La riscrittura, la regia e l’adattamento dei testi sono a cura di Maurizio Cammi, l’aiuto alla regia è di Jacopo Bottani mentre la parte tecnica è gestita dalla Cop. Magnifica università di Valnure (grafica Chris Trude). Il maestro Feccia spiega come è nata l’idea di proporre un’Antigone in lingua italiana: «Antigone nasce da un ascolto casuale della versione originale in lingua tedesca. Oramai più di due anni fa passeggiando fra Piazza Sant’Antonino e via Verdi io e Leonardo Calori dopo aver studiato anche i lavori teatrali di Carmelo Bene e Romeo Castellucci, e dopo aver approfondito la musica di Mendelssohn ci siamo detti: perchè non riproporla per la prima volta in lingua italiana? Contando che Antigone venne già tradotta in francese e in inglese ai tempi del compositore tedesco».

Rispetto alla partitura originale di Mendelssohn sono state inserite alcune modifiche: «Mendelssohn di fatto ha musicato solo gli stasimi, quindi le parti corali, e alcuni episodi in recitativo corale e dei singoli personaggi. Al fine di costruire una linea narrativa che potesse essere il più vicina possibile alla lezione originale sono stati introdotti dei monologhi e dei dialoghi a cura del regista Maurizio Cammi. Questo nasce anche dall’esigenza di condensare la trama, già conosciuta ai più e dare maggior rilievo alle parti musicali che invece sono poco conosciute». A poche ore dal debutto le sensazioni si sovrappongono: «Tanta emozione per la possibilità di rendere scenicamente, in uno degli spazi più belli di Piacenza come il nostro teatro, un lavoro a cui abbiamo lavorato per più di due anni». La musica di Mendelssohn, che venne eseguita per la prima volta nel 1841 a Potsdam, alla corte di Federico IV, rientra in quel filone di tentativo di riscoperta della tragedia greca. «Di fatto – aggiunge Feccia – il compositore tedesco impiega strumenti che avessero un equivalente nell’antichità greca come ad esempio l’arpa per la lira o i corni e le trombe per la tuba. I due aspetti che mi hanno colpito maggiormente sono la particolare strumentazione (molto simile a quella della “Terza sinfonia scozzese”) e la ricerca ritmica musicale in relazione alla metrica greca nelle parti vocali». Per quanto riguarda la vocalità interviene, in conclusione, anche il baritono Simone Tansini coinvolto come corifeo solista: «La musica di M. coniuga l’azione teatrale ad una intimità vocale che è più assimilabile al lied e alle atmosfere cameristiche».

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