Aldo Grasso agli studenti: “Conoscete i nuovi media o saranno loro a usare voi”

28 Ottobre 2024 12:17

Che cosa ha rappresentato per intere generazioni di italiani quella strana “scatola grigia” intorno alla quale ci si riuniva con la famiglia, gli amici o in solitudine.
Dagli sketch in bianco e nero di “Carosello” alle imprese della Nazionale, dai programmi di attualità, approfondimento e musica ai cartoni animati, reality show e tanto altro.

Stamattina, lunedì 28 ottobre, al laboratorio aperto dell’ex chiesa del Carmine di Piacenza oltre 400 studenti delle superiori hanno vissuto un viaggio lungo “70 anni di storia della televisione italiana”, questo il titolo dell’appuntamento che ha aperto il nuovo ciclo di incontri “Se la Generazione Z interroga la Storia”.

A guidarli in questo excursus (prima del quale è stato osservato un minuto di silenzio per Aurora, la 13enne morta tragicamente venerdì scorso) il massimo esperto di storia della televisione, Aldo Grasso, docente all’Università Cattolica di Milano e critico televisivo. Insieme a lui il direttore di Libertà Gian Luca Rocco e l’organizzatore dell’evento, Mauro Molinaroli.

“Per le nuove generazioni – ha spiegato Grasso – la televisione rappresenta quasi un oggetto archeologico, anche se negli ultimi tempi arriva a loro attraverso nuove forme di fruizione, come il computer o il cellulare. Oggi la televisione deve confrontarsi con internet e questo vuol dire soprattutto produrre programmi che possano essere spezzettati e finire su internet. Quella che hanno i giovani è infatti una visione di rimando, dove con la televisione si entra in contatto prima su internet, attraverso quei passaparola tipici dei social. Insomma, la televisione ‘è ancora lei’, ma si fa vedere in maniera differente. Quale consiglio mi sento di dare ai ragazzi? Solo uno: cercare di studiare e capire questi mezzi, i nuovi media, i social. Se li capiamo riusciamo a utilizzarli, se non li capiamo saremo noi ad essere utilizzati da loro”.

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