Convento di Santa Chiara, Boeri svela il progetto: “Innovazione e ospitalità”

21 Novembre 2024 17:47

Un cortile per la convivialità, un giardino terapeutico, una terrazza comune, il chiostro centrale e i corridoi verdi di connessione. È anzitutto la “sequenza degli spazi aperti”, per usare le parole dell’archistar Stefano Boeri, che balza all’occhio nel progetto di recupero e valorizzazione dell’ex convento di Santa Chiara, complesso duecentesco in stradone Farnese, proprietà della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Il maxi-piano è stato presentato oggi (21 novembre) davanti alla commissione consiliare appositamente convocata e presieduta da Matteo Anelli (Pc Coraggiosa).

Boeri ha illustrato i dettagli, premettendo la volontà di coniugare “l’innovazione e la vocazione dell’ospitalità”. Va ricordato che a inizio 2023 la Fondazione ha dato allo studio Stefano Boeri Interiors l’incarico di recuperare la struttura, con l’architetto Giorgio Donà, la consulenza dei professionisti ingegner Paolo Milani e Silvio Carini per la parte strutturale e dell’architetto Pier Giorgio Armani per la parte architettonica e di restauro, allo scopo di riconvertirla alle due funzioni previste dall’inizio, vale a dire residenze sia per studenti universitari che per soggetti fragili.

In totale circa trecento posti a disposizione, immersi nella natura. L’ex convento di Santa Chiara occupa una superficie di circa 12mila metri quadrati, di cui 8.500 di area verde, tra Stradone, corso Vittorio Emanuele e via Santa Franca. Dei 25 milioni di costo del recupero – cifra che l’aumento dei materiali per l’edilizia ha fatto lievitare dai 13,2 stimati a fine 2021 quando il progetto di ristrutturazione venne illustrato per la prima volta – si farà carico per il 40% la Cassa depositi e prestiti, mentre il 60% poggerà sulle quote – non meno di cinque milioni l’una – stanziate da investitori istituzionali, fondazioni di origine bancaria, casse di previdenza e istituti bancari e la cui gestione è affidata a Investire Sgr.

 

IL PROGETTO

“Un sistema interconnesso di cortili e giardini pensili, il restauro dei fabbricati storici esistenti dove sorgeranno nuove residenze per gli studenti e un edificio creato ex novo che ospiterà un centro socio-riabilitativo”: questi sono gli elementi cardine del progetto di recupero che l’archistar Boeri ha dettagliato davanti alla commissione consiliare.

“È una sfida appassionante per ridare a Piacenza un luogo dedicato all’ospitalità, allo studio e alla generosità sociale – ha sottolineato Boeri – attraverso luoghi aperti alla partecipazione e adattabili alle diverse esigenze, come l’anfiteatro aperto ad incontri e manifestazioni, spazi per il tempo libero, per la cultura e luoghi privati e dedicati a studenti ed operatori. Tutto questo all’interno di una cornice che, con rispetto e sobrietà, vuole ricucire e creare un nuovo rapporto tra le diverse sedimentazioni storiche che hanno, nel tempo, caratterizzato la particolarità e unicità di questo luogo e le future occasioni sociali, culturali e quindi architettoniche che si aggiungeranno”.

L’intervento di restauro dei fabbricati storici esistenti, che porterà alla realizzazione di 240 alloggi per studenti (tra stanze doppie e singole), si propone di “preservare e valorizzare le caratteristiche storico-architettoniche del complesso duecentesco recuperando i materiali e le finiture originali ed eliminando le modifiche apportate tra gli anni Trenta e Settanta del secolo scorso”.

Il corpo est del complesso, ricostruito tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, che ha mantenuto meglio di tutte le altre parti le sue caratteristiche d’origine, verrà ricostruito insieme ai corpi nord, sud e ovest, maggiormente compromessi. La forma volumetrica e architettonica primordiale di queste strutture verrà ripristinata, ma adattata per rispondere alle nuove esigenze funzionali dell’immobile. Le arcate dei portici seicenteschi e ottocenteschi torneranno a essere dei percorsi coperti dei quali sarà nuovamente possibile apprezzare le peculiarità storico-architettoniche. Il corpo ovest sarà collegato all’edificio denominato “Bugandaia” e al portico adiacente tramite una struttura vetrata, che garantirà, così, un percorso dal chiostro continuo e coperto.

La “Sala capitolare”, adiacente alla chiesa di Santa Chiara, diventerà al piano terra uno spazio comune a disposizione degli studenti, mentre i piani superiori saranno adibiti ad alloggi. I piccoli fabbricati bassi situati sul lato est del complesso saranno, invece, demoliti per far posto a una serie di residenze studentesche che avranno l’accesso diretto dal cortile.

Il tetto dei piccoli fabbricati diverrà la “terrazza comune”, uno spazio verde ricco di alberi e arbusti a completa disposizione degli studenti per lo studio, il relax e il tempo libero.

Il progetto prevede, inoltre, 60 posti auto interrati con la rampa di ingresso in vicolo Edilizia.

Il nuovo edificio

Alle spalle dello storico chiostro centrale nascerà il nuovo edificio che ospiterà il centro socio-riabilitativo residenzialeDopo di noi” destinato ad oltre 40 soggetti fragili.

“La struttura verrà integrata nel contesto per mezzo di una reinterpretazione moderna degli elementi architettonici del complesso esistente. Rispettando l’altezza del corpo seicentesco, la neo-struttura si svilupperà su tre piani fuori terra e un piano interrato. Al piano terra, all’interno di un volume vetrato, saranno collocate le aree comuni come la reception, la sala da pranzo, la palestra e l’area di ricevimento ospiti. I due piani superiori accoglieranno, invece, i nuclei residenziali per gli studenti” hanno proseguito i responsabili del progetto.

Il tetto dell’edificio verrà trasformato in un giardino terapeutico: una varietà di piante sarà selezionata dagli agronomi al fine di permettere agli ospiti di vivere un’esperienza di benessere che si integri nell’ambito del loro percorso riabilitativo psicofisico.

Il sistema interconnesso di cortili

“Con l’intento di celebrare anche l’originaria vocazione ortiva della struttura, la natura è elemento centrale e funzionale del progetto” hanno rimarcato i progettisti. Così il verde offerto dai giardini pensili e dai corridoi verdi di connessione, realizzati sopra il nuovo centro socio riabilitativo residenziale e sulla terrazza comune ricavata sopra i piccoli fabbricati, andrà a “estendere ulteriormente le già presenti superfici verdi e l’ombreggiamento offerto dal sistema dei cortili”.

“PROGETTO BANDIERA PER LA FONDAZIONE”

“Si tratta di un progetto bandiera per il nostro ente – ha detto Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano – in particolare per l’attenzione al sociale, alla cultura, alla bellezza e agli investimenti di qualità”. Ecco l’obiettivo: “Garantire nuovi spazi abitativi ai soggetti fragili e ai numerosi studenti fuori sede nel nostro territorio. Tenere insieme queste due categorie, facendole convivere in una nuova modalità, rappresenta certamente una forte ambizione” ha concluso Reggi.

Il dibattito

Spazio, in commissione consiliare, anche al dibattito tra i rappresentanti politici. Il primo a prendere la parola è stato Massimo Trespidi (civica Barbieri-Liberi): “È un progetto importante per rispondere al forte bisogno di residenzialità universitaria a Piacenza”. Sempre dai banchi della lista civica di centrodestra, Patrizia Barbieri ha rilanciato la necessità di “puntare sulla trasformazione del vicino ex ospedale militare in sede universitaria”. Claudia Gnocchi ha chiesto un approfondimento su alcuni reperti rinvenuti: si tratta di otto colonne seicentesche, all’interno di fondazioni a pozzo, che corrispondono a un fabbricato nobiliare mai completato.

Luigi Rabuffi (ApP) ha espresso alcune perplessità sul parcheggio interrato con ingresso in vicolo Edilizia, perché “è una strada piccola e potrebbe causa alcune difficoltà viabilistiche”. Il presidente Reggi ha risposto: “I posti auto saranno destinati esclusivamente agli operatori del centro, quindi senza una rotazione di veicoli”.

La sindaca Katia Tarasconi è intervenuta per ringraziare la Fondazione e lo studio di Boeri, focalizzandosi su un aspetto: “Questo progetto unisce il bello e il necessario”.

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