Futuri medici a Star Bene: “Non c’è cosa migliore di studiare per salvare vite”
13 Dicembre 2024 00:42
Ieri sera, giovedì 12 dicembre, nella puntata di “Star Bene“, la trasmissione condotta dalla giornalista Marzia Foletti in onda su Telelibertà, si è parlato di medici del futuro: quelli che si dovranno misurare con una sanità in crisi, la carenza di personale (in Italia mancano circa 50 mila medici), i pensionamenti anticipati, la difficoltà nel reclutare nuovi talenti e un sistema già sotto pressione.
A intervenire sono state due studentesse di Medicine and surgery di Piacenza: Maria Diletta Neri e Anastasia Grendene sono entrambe al secondo anno della laurea in inglese in medicina. Con loro l’oncologo Luigi Cavanna, primario dell’Area medica della Casa di cura Piacenza.
le parole delle due studentesse di medicina
“Ho scelto di intraprendere Medicina mentre stavo studiando Biologia marina in Australia – spiega Neri – mi ha aiutato tanto confrontarmi con gli amici e la famiglia perché ero in un periodo in cui facevo fatica a capire cosa volessi fare nella mia vita. Ho ragionato su quale fosse il fattore in comune fra tutto quello che mi piace: è aiutare gli altri. Non c’è modo migliore di farlo che studiare per andare a salvare delle vite”.
Dello stesso avviso anche Grendene: “La mia è stata una scelta lunga – ammette – ma ho riflettuto su una cosa: il medico è quello che in modo più concreto aiuta le vite delle altre persone e può infondere una speranza. Poi c’è stato anche un altro aspetto: un parente molto caro è venuto a mancare e questa esperienza mi ha fatto ragionare su quanto di buono potrei fare”.
Le studentesse hanno anche illustrato il progetto “Piacenza Scientific Talks”, che promuove la scienza tra giovani e professionisti, con un focus sull’importanza del ruolo delle donne in medicina.
rapporto medico paziente
A Cavanna è spettato invece il compito di delineare l’importanza del rapporto di fiducia tra medico e paziente e il ruolo delle “nuove leve”: “L’importante è lavorare nel presente ma guardare avanti – spiega Cavanna – avere studentesse e studenti che saranno medici fra poco è prezioso e lo è anche confrontarsi con loro e sapere le loro idee, le loro iniziative, i loro progetti”.
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