Shopping natalizio: bene giochi e libri, ma “saldi troppo presto”
31 Dicembre 2024 07:00
Il periodo delle feste di Natale ha portato un po’ di sorrisi e un generale incremento del flusso di affari anche se il momento rimane difficile, ma quello che proprio non va è l’inizio dei saldi ritenuto decisamente troppo prematuro. Questo è il bilancio tracciato dalle associazioni di categoria dei commercianti per quel che riguarda lo shopping dei piacentini in uno dei periodi più “caldi” dell’anno. Non ci sono state spese pazze come ci si aspettava, ma un andamento comunque abbastanza positivo.
“I commercianti aspettano la fine verso il 6 gennaio per dare un quadro definitivo, ma per ora è soddisfacente – il commento di Confcommercio, Confesercenti e CNA – rispetto all’anno scorso sono scesi gli acquisti nel reparto elettronica, telefonia e tecnologia, ma aumentati in altri che da un po’ di tempo erano in acque negative come i giochi per bambini, i libri e il settore cultura in generale. Si è ritrovato il piacere del negozio in presenza al posto dell’e-commerce, ma il 2024 è stato comunque un anno difficile e c’è preoccupazione per il 2025″.
Anche perché non inizia decisamente come dovrebbe: la data del 4 gennaio scelta per i saldi proprio non va. “Sono anni che chiediamo che venga spostata di almeno due settimane, il 4 gennaio è ancora troppo vicino al periodo di Natale e non favorisce gli acquisti. Con questa formula si penalizzano i negozi tradizionali e in presenza e si favorisce ancora di più l’e-commerce”.
Ombre sul settore dell’abbigliamento. Gianluca Brugnoli, presidente di “Vita in centro Piacenza” e di Federmoda Piacenza: “Il Natale è stato decisamente sottotono in termini di acquisti. Questo vale non solo per Piacenza, ma anche per il resto dell’Emilia Romagna e più in generale della Lombardia. Tranne un piccolo recupero negli ultimi tre-quattro giorni, le festività non sono state particolarmente soddisfacenti per la nostra categoria. Le motivazioni le conosciamo tutti: l’aumento del costo della vita e le conseguenti difficoltà economiche hanno spinto la gente al risparmio. Una tendenza che si è riflettuta specialmente sul settore dell’abbigliamento”.
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