Dibattito sul Pug: “Una palestra alla Raffalda, aree verdi, impulso al commercio”

18 Marzo 2025 10:29

Una palestra in via Casella al posto della piscina Raffalda, la valorizzazione del commercio in centro storico consentendo ai negozi di aumentare a 400 metri quadrati il taglio dimensionale che attualmente per gli esercizi di vicinato si ferma a 250.

Da quando, due settimane fa, è stato varato dalla giunta, il Piano urbanistico generale (Pug) rivela nuovi contenuti a ogni sua pubblica illustrazione. L’ultima ieri, lunedì 17 marzo, in Consiglio, alla presenza degli estensori, i consulenti esterni del Comune guidati dall’architetto Fabio Ceci che, nel rispondere alle domande salite trasversali dall’aula, si sono soffermati sulle linee ispiratrici del piano chiamato a delineare la città dei prossimi 25 anni. Linee per lo più già descritte, ma ieri approfondite, con l’emergere di specifici aspetti come il destino della piscina Raffalda.

Ad accendere i riflettori sull’impianto natatorio di via Casella, di cui da tempo le amministrazioni comunali evocano la chiusura lamentando l’onerosità dei costi di gestione dovuti alla anzianità della struttura, è stata Claudia Gnocchi (gruppo misto) segnalando che il Pug parla di demolizione/ricostruzione e augurandosi che si tratti di farci “una palestra, non del residenziale”. “E’ destinata a palestra, legata al tema della riqualificazione del Polisportivo” che, con la copertura della piscina olimpionica e l’aumento di dotazione di vasche (invernali), fa rientrare l’emergenza spazi acqua, è stata la risposta che conferma un’indicazione arrivata già nei mesi scorsi.

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Tessuto commerciale

Quanto all’impulso nel cuore della città di un tessuto commerciale che comunque, hanno rimarcato i consulenti, “è ancora molto vivo rispetto ad altre realtà simili”, è stato Massimo Trespidi (civica di centrodestra) a storcere la bocca quando ha sentito l’architetto Ceci spiegare “la scelta” del Pug “di immaginare un potenziamento dell’offerta commerciale del centro storico, con canali preferenziali per i negozi di vicinato anche nel recupero di aree dimesse e demaniali”. “Il centro si rivitalizza non tanto portando macchine e negozi ma se lo rendiamo abitabile”, ha eccepito Trespidi facendo l’esempio del “ghetto” di via Roma frutto di una “politica degli affitti senza controllo”.

“Uno dei problemi è l’esercizio di vicinato di 250 metri quadrati”, ha ribattuto Ceci toccando l’aspetto della criticità dimensionale, “anche un normale negozio di abbigliamento fa fatica a mantenersi in quella superficie”, ragion per cui “abbiamo introdotto è la possibilità di allargare leggermente andando oltre questo limite proprio perché ormai la dimensione minima per essere un attività commerciale anche tradizionale è maggiore”.

Se l’assessora all’Urbanistica Adriana Fantini, nel ricordare le quattro sfide che il Pug si propone (“città più attrattiva, ambientalmente tutelata, capace di creare lavoro e garantire la sicurezza nel senso più ampio, con un forte impegno nella valorizzazione degli spazi verdi e nel dare risposte sul tema della casa alle varie fasce di utenza, edilizia sociale da promuovere con il mercato libero”), ha rimarcato l’obiettivo della rigenerazione urbana, a partire dalle aree dismesse e militari, incentivata con strumenti come i crediti edilizi, i cambi di destinazione d’uso e la ricerca di collaborazione tra pubblico e privato, i consulenti hanno insistito, a tale proposito, sugli strumenti per arrivarci. La premessa è che le grandi aree di trasformazione e le rigenerazioni di comparti spesso vincolati dalla Soprintendenza comportano costi ben maggiori degli interventi in aree libere. Per sbloccarne la sostenibilità il Pug mette in campo premialità grazie al meccanismo della perequazione urbana che trasferisce diritti edificatori derivanti dalla cessione gratuita al Comune di aree destinate a verde pubblico, diritti (anche volumetrici) e crediti da utilizzare a scomputo degli oneri urbanistici per interventi di riqualificazione su cui Palazzo Mercanti potrà pubblicare avvisi di raccolta di manifestazioni di interesse.

L’ARTICOLO DI GUSTAVO ROCELLA SU LIBERTÀ

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