Alimentazione sana a “Nel mirino”: “Giuste quantità, no cibi ultraprocessati, km zero”
28 Marzo 2025 22:45
“Nel mirino”, la trasmissione di Telelibertà condotta da Nicoletta Bracchi, ha messo sotto la lente l’alimentazione, cercando di dare risposta alla domanda: come si può mangiare sano e nel contempo non avere un impatto negativo sull’ambiente? Per parlarne, allo Spazio Rotative sono intervenuti alcuni esperti per affrontare la questione da diverse angolazioni: la chef stellata Isa Mazzocchi, la docente dell’Università Cattolica Lucrezia Lamastra, la biologa nutrizionista Mirella Del Rocino, il responsabile di Campagna Amica di Coldiretti, Valerio Galli.
le regole base
Utilizzare prodotti a chilometro zero, limitare invece al minimo quelli super processati, avere rispetto del cibo, quindi non sprecarlo, combinare gli alimenti ed equilibrare il pasto con la cena, e soprattutto acquistare la giusta quantità: queste alcune basilari regole da seguire. Eppure non è così semplice attenervisi, occorre fare educazione in merito. “Anche da parte delle istituzioni sono stati fatti molti sforzi per educare i bambini a un’alimentazione sana – dice Mirella Del Rocino – il vero problema è che non è facile per le famiglie, durante la giornata, seguire quanto è stato appreso”.
“Ecco perché – aggiunge a “Nel mirino” la docente della Cattolica, Lucrezia Lamastra – è giusto creare una continuità con l’ambiente familiare, continuità fra quello che è proposto a scuola e ciò che si vive in casa. Purtroppo, però, sul cibo siamo spesso bombardati da informazioni non tutte attendibili”.
“Attenzione agli specchietti per allodole”
Alcune di quelle giuste passano attraverso Isa Mazzocchi. La chef invita a capire che il prezzo troppo basso potrebbe essere uno “specchietto per le allodole”. “Piuttosto è meglio usare bene e in modo completo quanto acquistato” dice Mazzocchi. E porta l’esempio del pollo, il cui impatto ambientale non è certo quello di una verdura, ma potrebbe finire per essere più sostenibile di una verdura non di stagione, coltivata in una serra riscaldata e che ha percorso lunghe distanze per arrivare sul nostro tavolo. La chef dice che “la carne tanto demonizzata di questi tempi” può non essere così deleteria per il pianeta se abbiamo rispetto per il cibo. “Cucinando un semplice pollo si dovrebbe fare attenzione – dice Mazzocchi – si disossa, le cosce si fanno arrosto, la carcassa si usa per il brodo e con le particine legate all’osso si fa un’insalata, mentre il petto lo si fa impanato”. “Il pollo consente più preparazioni – sottolinea – lo si può usare tutto”.
evitare gli sprechi
Anche questo, ovvero evitare lo spreco, è uno degli obiettivi da raggiungere. “Quando si fanno paragoni – afferma Lamastra – un chilo di pomodoro non è come un chilo di bistecca dal punto di vista nutrizionale. Dobbiamo riferire tutto all’unità funzionale, cioè a qualcosa che abbia la stessa funzione. Non si può confrontare un pomodoro con una bistecca, serve capire come viene confezionato, come è trattato quell’alimento e dove è prodotto”.
Soffermandosi invece sulle qualità nutrizionali, Del Rocino pone il focus sulle calorie degli alimenti. “Che oggi non esistono più” dice. O meglio, vanno distinte “le calorie del carboidrato, le calorie del grasso e le calorie della proteina”. Evidenzia anche come gli alimenti light debbano per legge avere il 30% in meno di grassi: “Ma pur togliendo i grassi, se abbiamo 12 grammi di zuccheri su 100 totali, in un vasetto di yogurt alla frutta di 125 grammi troviamo dentro tre bustine di zucchero”.
“no ai cibi ultra processati”
A “Nel mirino” si è parlato anche di cibi processati – “quelli industriali, a lunga conservazione, che non seguono la filiera, prodotti realizzati in laboratorio, con dinamiche economiche lontane dall’economia circolare” dicono gli ospiti – e di bevande erroneamente bevute in alternativa al latte vaccino. “Sono un sostituto gradevole, ma a livello nutrizionale non certo un sostituto del latte vaccino – dice Del Rocino – sono bevande il cui primo ingrediente è l’acqua, circa per l’80%, poi soia, avena, mandorle per circa il 5% e infine sale e aromi”.
Insomma, parlare di cibo non è semplice. La regola è sempre quella: si può mangiare di tutto, possibilmente a km zero. E in quello è maestra Coldiretti.
“filiera controllata”
“In Italia c’è la garanzia del controllo della filiera – dice a proposito Galli – il produttore riceve frequenti controlli da parte delle autorità sanitarie, cosa questa che assicura la presenza in azienda di un prodotto sano”. In tal senso il modello di Campagna Amica dà un contributo fondamentale, dice Galli, tanto che è stato preso come esempio. “È stato esportato all’estero – racconta – così è nata la World Farmer Market Coalition, all’inizio con otto Paesi aderenti, oggi diventati 40. Sono applicate molte buone pratiche e si ricrea il modello di Campagna Amica nei Paesi emergenti, ciascuno con le proprie peculiarità”.
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