Nuovo acquedotto irriguo, progetto del Consorzio di Bonifica
09 Agosto 2017 18:30
La torrida estate che ha messo in ginocchio l’agricoltura, abbinata alla mancanza di precipitazioni invernali e primaverili, ha messo in risalto i limiti del sistema irriguo piacentino, evidenziando gli interventi necessari per non farsi cogliere impreparati nei prossimi anni.
Dalla ricerca di nuove fonti di approvvigionamento con pozzi da perforare all’immagazzinamento dell’acqua piovana con bacini di raccolta – opere messe in cantiere grazie alle risorse economiche straordinarie di oltre 5 milioni di euro stanziati dal Governo per il territorio piacentino con la dichiarazione di stato di emergenza – fino al miglioramento della attuale rete di distribuzione, con interventi orientati alla riduzione delle dispersioni.
E’ in quest’ultimo capitolo che si inserisce un progetto del Consorzio di Bonifica, illustrato in anteprima alle telecamere di Telelibertà, per la realizzazione di un nuovo acquedotto irriguo destinato ad alimentare tutto l’areale della Val D’Arda. Il progetto, realizzato in tre mesi, è stato inoltrato a fine giugno per la partecipazione al bando nazionale che prevede un finanziamento massimo di 20 milioni.
“La crisi idrica esplosa nelle settimane successive in modo particolare in Val d’Arda ha confermato la bontà della nostra scelta di dedicarci a quella zona” – ha spiegato il responsabile della progettazione del Consorzio di Bonifica Pierangelo Carbone, che ha creato e coordinato un team di giovani ingegneri, tutti sotto i trent’anni.
Il progetto prevede la realizzazione di una nuova conduttura interrata di circa 20 km che dalla presa d’acqua sull’Arda a Castell’Arquato, a valle della diga di Mignano, scende verso Fiorenzuola e da qui prosegue fino al Alseno. Da questa autostrada dell’acqua si dirama poi l’attuale fitta rete di canali lunga 300 km che giunge in tutta la campagna.
“Il primo vantaggio di una tubatura sotterranea – spiega Andrea Terret, uno degli ingegneri del team – è l’estrema riduzione delle dispersioni che attualmente è attorno al 35%. Il secondo – aggiunge – è l’impatto zero sull’ambiente, essendo invisibile e permettendo di lasciare intatti gli attuali canali, quello della Sforzesca e quelli dei mulini, e i loro pregi architettonici e naturalistici”.
In caso di ammissione al finanziamento i lavori per la realizzazione del nuovo acquedotto, che sarà dotato di telecontrollo per la misurazione e la regolazione delle portate – partiranno nell’agosto 2018 per terminare entro due anni.
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