Con “Novecento” e “Ultimo tango a Parigi” il Bobbio Film Festival omaggia Bertolucci
09 Agosto 2018 15:00
Il 9 agosto proiezione di Novecento – atto primo, la rassegna prosegue fino al 18 agosto con proiezioni e incontri con gli artisti
Il Bobbio Film Festival rende omaggio a Bernardo Bertolucci, con la proiezione di due film che hanno fatto la storia del cinema. Si inizia con “Novecento” (1976), diviso in due atti: il primo sarà proposto giovedì 9 agosto mentre il secondo sarà proiettato il 16 agosto. “Ultimo tango a Parigi” (1972) invece chiuderà il festival il 18 agosto. Entrambe le pellicole sono state restituite all’originario splendore grazie al restauro eseguito dalla Cineteca Nazionale, per quanto riguarda “Ultimo tango a Parigi”, mentre la Cineteca di Bologna ha curato quello di “Novecento”.
Grazie al laboratorio bolognese è stato possibile ritrovare la straordinaria fotografia di Vittorio Storaro, che ha lavorato a fianco di Bertolucci nella realizzazione di quello straordinario affresco della storia italiana rappresentato da “Novecento”.
Sarà il critico cinematografico Enrico Magrelli a introdurre la proiezione del 9 agosto, alle 21 e 15, nel Chiostro di San Colombano, del primo atto di “Novecento”. La serata si aprirà con un’intervista video di Bertolucci realizzata in occasione del restauro.
Il Bobbio Film Festival rappresenta così il trait d’union tra due grandi maestri emiliani del cinema: Marco Bellocchio, che tra l’altro è presidente della Fondazione Cineteca di Bologna, e Bernardo Bertolucci.
IL FILM – Dal 1900 al secondo dopoguerra, le due vite contrapposte e intrecciate del contadino Olmo (Gérard Depardieu) e del ricco latifondista Alfredo (Robert De Niro) al centro di un poderoso e veemente affresco dove Bertolucci ha tentato di fondere il mélo hollywoodiano con l’epica comunista, non senza echi filmici inattesi (il patriarca Berlinghieri di Burt Lancaster è quasi una variante acre e sanguigna del principe di Salina). Il primo atto comprende l’arco della narrazione dal 1900 all’avvento del fascismo, il secondo si conclude con la Liberazione. Oltre al sontuoso ed eterogeneo cast, protagonista è il paesaggio della campagna parmense, esaltato dalla fotografia di Storaro.
Il film è stato restaurato da 20th Century Fox, Paramount Pictures, Istituto Luce – Cinecittà e Cineteca di Bologna, con la collaborazione di Alberto Grimaldi e il sostegno di Massimo Sordella, presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata.
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