Caorso, dal 2025 la centrale nucleare non esisterà più

31 Ottobre 2012 12:22

“Nel 2025 la centrale nucleare scomparirà definitivamente e sarà come se non fosse mai esistita”. Lo ha dichiarato Davide Galli, direttore Sogin della disattivazione delle centrali del Nord Italia che, nell’impianto di Caorso, ha illustrato alla stampa il programma delle attività di decontaminazione e smantellamento di Arturo.

Sogin è la società di Stato incaricata della bonifica ambientale dei siti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.

A breve sarà convocata dal Ministero dello Sviluppo economico la Conferenza dei servizi per l’emanazione del Decreto di Disattivazione che consentirà di avviare le operazioni di smantellamento dell’edificio turbina e di portare a termine la bonifica del sito. Il Decreto è già stato emanato per le centrali di Trino Vercellese e Garigliano. La Commissione Europea ha già fornito il parere favorevole per la disattivazione.

A Sogin spetterà anche la realizzazione del sito nazionale per il deposito dei rifiuti radioattivi, entro fine anno il Ministero consegnerà alla suddetta società i criteri per l’individuazione del deposito. In passato Emilia Romagna e Basilicata erano risultate idonee ma, al momento, è tutto azzerato in attesa dell’emanazione dei nuovi criteri.

Accanto al sito nascerà anche un centro di ricerca che darà lavoro a 400 persone.
La dismissione di Arturo costerà complessivamente 360milioni di euro. Centoventi milioni sono già stati utilizzati, i restanti 240 devono ancora essere destinati.

Finora le principali attività di bonifica hanno riguardato la demolizione delle torri di raffreddamento, la rimozione dei coibenti tra i quali l’amianto dagli edifici turbina, reattore e dall’edificio off gas, l’allontanamento del combustibile nucleare irraggiato per il suo riprocessamento, lo smantellamento dei componenti dell’edificio turbina.
Complessivamente i lavori produrranno 320mila tonnellate di materiali che saranno riciclati. I rifiuti radioattivi, 4800 tonnellate troveranno ospitalità nella centrale in attesa del Deposito Nazionale.

Finora sono state smantellate, decontaminate e riciclate 9.400 tonnellate di metallo prelevato dalla centrale, pari al peso della torre Eiffell di Parigi.

Allo stato attuale nell’impianto di Caorso è presente l’1% di radioattività.

Sogin garantisce che tutte le attività sono progettate, realizzate e monitorate, in modo da non produrre alcun impatto, sia radiologico che convenzionale sull’ambiente.

Gli esperti hanno sottolineato che si opera al di sotto dei 10 micro/sv anno mentre la dose media annua che un cittadino dell’Emilia Romagna assorbe naturalmente è compresa tra 700 e 900  micro/sv.

Il sito, come dicevamo, verrà restituito alla comunità piacentina per il suo riutilizzo dal 2025.

IL COMMENTO DELL’ON. FOTI
“Saluto con soddisfazione l’avvenuta presentazione, da parte di Sogin, del piano per la bonifica di Caorso, e ciò a coronamento di una costante e personale azione di sollecito nei confronti dei Governi in sede parlamentare” lo afferma l’onorevole Tommaso Foti (PdL), componente della Commissione Ambiente della Camera. “La bonifica dell’area su cui insiste la centrale di Caorso e’ un dovere prima ancora morale che legislativo. Con questa attività di bonifica – conclude Foti – Sogin aquisirà sul campo un’esperienza che potrà servirle anche per il mercato internazionale. Per intanto é fondamentale che le imprese del territorio piacentino siano adeguatamente coinvolte in detta attività di bonifica.”

 

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