Ikea, torna il blocco dei cobas. CGS: “Operai reintegrati”. Borotti Uil: “Ceva chiude”
13 Dicembre 2012 08:53
AGGIORNAMENTO DELLE 14.00
I manifestanti sono tornati a bloccare il cancello 1 dell’Ikea di Le Mose. Sul posto le forze dell’ordine.
AGGIORNAMENTO DELLE 12.15
«Sono degli irresponsabili». Il segretario provinciale della Uil Massimiliano Borotti non usa mezzi termini per definire l’atteggiamento dei Si Cobas, che, promuovendo un nuovo «pretestuoso» blocco dei cancelli davanti allo stabilimento Ikea di Le Mose rischiano di infliggere una nuova ferita al sistema economico locale.
Prima di soffermarsi sulle nuove proteste che coinvolgono la multinazionale svedese dell’arredamento, Borotti ci tiene a riportare l’attenzione sul caso della Ceva di Cortemaggiore, che con il 31 dicembre cesserà le attività di logistica, mentre i due operatori rimasti, per ragioni varie, si trasferiranno in altre province. E’ questo il risultato delle proteste che, ancora una volta, nei mesi scorsi, videro protagonisti i Si Cobas.
Comunicato UIL Borotti su blocchi Ikea 13 dicembre 2012
AGGIORNAMENTO DELLE 11.20
Il consorzio CGS di Milano, in una nota, specifica che i nove lavoratori sospesi sono stati reintegrati ma non si stanno presentando al lavoro. Il Consorzio aggiunge nella nota che al momento nessun lavoratore per il quale era stata richiesta la cassa integrazione al momento ne ha usufruito in virtù dell’imprevisto aumento dei volumi di merce trattati dallo stabilimento.
Comunicato stampa CGS del 13 dicembre 2012
AGGIORNAMENTO DELLE 9.45
Pochi minuti fa è stato rimosso il picchetto davanti ai cancelli dello stabilimento Ikea.
NOTIZIA DELLE 8.50
Dopo due settimane di tregua, questa mattina i facchini che aderiscono ai Si Cobas sono tornati a bloccare i cancelli del deposito Ikea di Le Mose. Il responsabile dei Cobas Aldo Milani, raggiunto al telefono, ha dichiarato che nove lavoratori sospesi e destinatari di provvedimenti disciplinari non sono ancora stati reintegrati. “Abbiamo le testimonianze di facchini che lavorano anche dodici ore al giorno -ha dichiarato Milani – mentre ad altri è stata concessa la cassa integrazione. Per questo faremo denuncia all’Inps e a questo punto ci rivolgeremo alla Direzione Regionale del Lavoro, visto che a Piacenza la situazione non si sblocca”.
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