Proteste Ikea, altre 20 denunce. Cobas dal Prefetto. Dpl, ispezioni finite
19 Dicembre 2012 12:09
AGGIORNAMENTO DELLE 12.20
Venti nuove denunce a carico di altrettanti Cobas e manifestanti sono state elevate dalla Digos nell’ambito delle proteste all’esterno dei magazzini Ikea. Nei giorni scorsi erano arrivate le prime quattro per occupazione di suolo pubblico. Oggi se ne sono aggiunte altre anche per manifestazione non autorizzata e violenza privata.
NOTIZIA DELLE 11.00
Cobas e facchini in lotta all’Ikea si sono ritrovati questa mattina sotto la prefettura. Una delegazione è salita per incontrare il prefetto Antonino Puglisi, a cui è stato chiesto un intervento istituzionale per sbloccare la situazione che vede ancora contrapposti il sindacato di base e le cooperative che forniscono il personale agli stabilimenti piacentini della multinazionale svedese. In precedenza il prefetto aveva ricevuto il responsabile della direzione provinciale del lavoro Alessandro Millo, che gli ha riferito dell’esito dei controlli all’interno dei magazzini: “Presso lo stabilimento IKEA vige un legittimo accordo sindacale sull’orario di lavoro ‘multiperiodale’, per cui l’orario normale di lavoro di 39 ore settimanali è calcolato come media nell’arco di dodici mesi, decorrenti dal 1 settembre al 31 agosto dell’anno successivo, vale a dire la massima flessibilità di orario consentita dalla legge (art. 3, d.lgs. n. 66/2003). Pertanto le ore di lavoro perse entro il 31 agosto 2012, salve le assenze giustificate, devono comunque essere retribuite, anche se non effettivamente lavorate, mentre le ore di lavoro perse nei mesi di settembre, ottobre, novembre e dicembre, salvo giustificate ragioni imputabili al lavoratore, dovranno essere recuperate entro il 31 agosto 2013. Naturalmente, salvo modifica degli accordi sindacali”.
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