Svep cerca una nuova sede: “Troppi costi” e incertezza sui fondi per il 2014
11 Gennaio 2013 17:14
Quattordicimila euro annui di affitto per i locali di via Capra sono un onore troppo gravoso da rispettare, soprattutto considerando le risorse in costante diminuzione.
Il centro servizi per il volontariato di Piacenza, punto di riferimento per 330 associazioni e circa 20.000 volontari, fa i conti con la crisi; i fondi erogati dalle fondazioni bancarie dell’Emilia Romagna per quest’anno ammontano a 312.000 euro rispetto ai 382.000 euro finanziati allo Svep nel 2012.
Per il prossimo anno è ancora tutto da stabilire ma i fondi per la progettazione sociale, al momento, sono bloccati.
Un’empasse che non scoraggia lo Svep. L’organizzazione sta mettendo in campo iniziative per ottimizzare le risorse, a partire dalla ricerca di una nuova sede: L’ente prenderà contatti con le istituzioni locali per capire se è possibile individuare una struttura che li ospiti in comodato d’uso gratuito.
La situazione economica, per ora, non ha impedito al centro servizi di lavorare a pieno ritmo; proprio in questi giorni sono stati avviati tre nuovi e importanti progetti. Il primo si propone di creare un nuovo gruppo di volontari impegnati sul delicato tema della salute mentale. Il programma, ancora in via di definizione, prevede eventi culturali e incontri informativi che si terranno su tutto il territorio provinciale. La seconda iniziativa prevede la creazione di un’agenzia del tempo libero per i disabili, una vera e propria banca dati che raccolga il calendario degli eventi sportivi o ricreativi delle varie associazioni; un progetto che servirebbe a mettere in contatto i disabili con le realtà “ludiche” della provincia e alle quali potrebbero essere interessati a partecipare.
L’ultima novità è “famiglia affianca famiglia”, un progetto che inizialmente sarà avviato nei comuni di Fiorenzuola, Cadeo e Caorso e intende offrire un’alternativa all’affido temporaneo.
I bambini dei nuclei famigliari in difficoltà, invece di essere affidati ad altri, rimarranno con i proprio genitori ma saranno sostenuti e aiutati da un’altra famiglia che metterà a disposizione il proprio tempo per supportare, nei compiti così come nelle faccende domestiche, le persone che stanno attraversando una fase critica.
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