Processo ex Pertite: l’indulto salverà Taddei in caso di condanna
11 Aprile 2013 10:55
«Due anni per il generale Giuliano Taddei, ex direttore del Polo di mantenimento pesante di Piacenza e per due suoi marescialli: Bernardino Politi e Francesco Paonessa». Il pm ha concluso la sua requisitoria chiedendo il non luogo a procedere per prescrizione per sette degli imputati per tutte le accuse (Claudio Barella, Costantino Bellocchio, Carlo Rocca, Oliviero Vecchiato, Mauro Ferri, Alessandro Fagioli e Paolo Quaglia), e la condanna a due anni per i tre di cui abbiamo parlato, nei confronti dei quali rimane solo l’accusa di danneggiamento militare. E anche se i giudici Italo Ghitti, Adele Savastano ed Elena Stoppini decideranno di condannarli, la pena verrà estinta in quanto ricade nell’ambito del provvedimento dell’indulto approvato dal Parlamento nel 2006. Ricordiamo che tutti gli imputati hanno sempre respinto le accuse e i difensori esporranno le loro argomentazioni nelle prossime tre udienze.
Quello che è emerso stamattina dalla requisitoria è un “ritratto” del mondo degli appalti nei settori pubblici, e quelli militari in particolare. «Il Polo deve fare dei trasporti di materiale – ha sottolineato il Pm – indice un’appalto che viene vinto da un’azienda che però non esegue i lavori che vengono “passati” ad un’altra impresa che a sua volta li passa ad un’altra ancora. E i costi per lo Stato lievitano in modo impressionante: lo Stato paga tre volte tanto». Come è stato possibile in questo caso? «Grazie a migliaia di false dichiarazioni di regolare esecuzione dei lavori firmate dai due marescialli – ha spiegato Colonna – su indicazione del generale Taddei. A loro – ha aggiunto – restavano solo le briciole».
C’è poi la vicenda dell’ex Pertite. «I 320mila euro dello Stato per bonificare l’area c’erano – ha detto più volte il Pm – ma nei sei mesi dei lavori invece di trasportate i rifiuti nelle due discariche autorizzate di San Nicolò e Godi di San Giorgio è stato deciso di realizzare una buca enorme: 1500 metri quadrati di superficie e profonda dei tre ai cinque metri e di riempirla con metallo, legno, carta, oli esausti e tutto quanto doveva essere smaltito regolarmente. Il tutto organizzato da Taddei – ha detto il pm – non per un interesse economico, ma per avere una vita “intensa” al di fuori del Polo, conoscere ragazze, avere un appartamento a disposizione per gli incontri, serate al night». «E il Polo intanto ha subìto un innegabile danneggiamento con la realizzazione di questa discarica abusiva» ha concluso Colonna.
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